Quando l'omicidio diventa rivolta

Sullo sfondo del romanzo di John Wainwright le violenze di Brixton

Quando l'omicidio diventa rivolta

Da dove scocca la scintilla che fa esplodere un intero quartiere di una metropoli occidentale? John Wainwright, poliziotto inglese per vent'anni prima di dedicarsi alla scrittura, fornisce una sua interessante versione dei fatti. Anatomia di una rivolta (Paginauno, pagg 223, euro 17) è un romanzo dal passo nevrotico quasi quanto la successione degli eventi che descrive. Tutto parte dall'omicidio di un teppistello di colore in un quartiere non raccomandabile di un'area urbana inglese. Il sovrintendente capo Tallboy non è tenero nei confronti della società britannica sempre più multietnica, ma, dopo aver imboccato la pista del regolamento di conti tra bande rivali, è costretto ad accettare una realtà più complessa, mentre nel quartiere esplodono furibondi disordini che lo mettono a ferro e fuoco.

Con la stessa verve che anima il suo romanzo più noto, Stato di fermo (da cui fu tratto il film Guardato a vista, gara di bravura tra Michel Serrault e Lino Ventura), Wainwright affronta tematiche che sembrano una riflessione sui nostri giorni malgrado il romanzo sia stato pubblicato nel 1982. In effetti, a ispirare queste pagine fu la rivolta di Brixton, quartiere londinese ad alta percentuale africana-caraibica, scoppiata dopo un incendio ritenuto di matrice razziale dalla comunità locale e dopo un'indagine di polizia considerata superficiale. Geoff Dyer, autore del romanzo Il colore della memoria (Il Saggiatore), che a Brixton è interamente ambientato, ricorda così quei giorni. «Mi trasferii a Brixton nel settembre del 1981, pochi mesi dopo i disordini. Dunque, i miei ricordi di quegli eventi sono legato a stampa e TV. Invece, dei disordini del 1985 ho un ricordo più intenso. Quei luoghi avevo imparato a conoscerli bene e ad amarli. La mia ragazza e io eravamo in vacanza nell'Inghilterra settentrionale e le immagini della città in fiamme, con il sonoro spento, apparvero sugli schermi del pub in cui ci trovavamo. Pensavo che fosse Beirut o qualcosa di simile. Man mano che guardavo quelle scene, però, mi parve che alcune case in fiamme, così come le schiere di negozi, avessero un che di familiare! Non avrei mai preso parte a quei disordini, ma sarei voluto essere lì per assistere agli eventi in prima persona». Frank McDonough, professore di storia all'università di Liverpool e autore di Gestapo. La storia segreta (Newton Compton), ha le idee chiare a proposito dei disordini che, dopo quelli esplosi a Brixton, crearono tensione in tutto il paese. «Fu un momento terribile per l'Inghilterra. Il governo conservatore di Margaret Thatcher eliminò i sussidi alle industrie e il tasso di disoccupazione salì alle stelle nelle aree urbane più povere, come Brixton, a Londra, e Toxteth, a Liverpool. A soffrire maggiormente furono i quartieri abitati dalla gente di colore».

Don Boyd, scrittore, regista e produttore a cui si deve il docufilm di Julien Temple, La grande truffa del rock'n'roll, dedicato ai Sex Pistols, si trovava negli Stati Uniti per la promozione di un importante film quando i primi disordini scoppiarono a Brixton, dove peraltro aveva frequentato una scuola di cinema.

«Per quanto non fossi in patria, si trattava di problemi che conoscevo bene e non potei fare a meno di accostarli a quelli esistenti al tempo nel quartiere di East Los Angeles. Quando, in seguito, scoppiarono i disordini per la poll tax, anch'io scesi in strada e assistei ai terribili disordini e ai danni conseguenti».

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