Rania di Giordania, i 49 anni di una regina divenuta un’icona

Lo scorso 31 agosto Rania di Giordania ha compiuto 49 anni: da ormai 20 anni è sul trono di Amman con il marito, il re Abdallah e ha saputo conquistarsi una posizione di tutto rispetto presso il popolo giordano, riuscendo a schivare le critiche e a imporre la sua personalità

Rania di Giordania, i 49 anni di una regina divenuta un’icona

Rania di Giordania non è solo un’icona glamour, o una monarca consorte che ricopre una posizione marginale, simbolica, di facciata. Ha saputo costruirsi un ruolo centrale a corte e nella società giordana, è divenuta un personaggio influente, popolarissimo e il suo modo di essere regina è molto diverso da quello delle altre sovrane che l’hanno preceduta sul trono di Amman. Lo scorso 31 agosto ha compiuto 49 anni, 20 dei quali “trascorsi” con la corona sul capo. Eppure, almeno all’inizio, Rania e suo marito, il re Abdallah non erano destinati a governare la Giordania. Era il 1992 quando la futura coppia si conobbe a una festa organizzata dalla sorella del futuro sovrano. All’epoca Rania al-Yassin aveva 22 anni, si era stabilita ad Amman dal Kuwait con la famiglia di origini palestinesi. Dopo la laurea in Gestione di Impresa all’Università americana del Cairo, aveva trovato un impiego alla Apple e la sua vita scorreva tranquilla.

Almeno finché non incontrò il figlio dell’allora re giordano Hussein (1952-1999) e della sua seconda moglie, la principessa Muna al-Husayn. Vanity Fair riporta le parole con cui Abdallah descrisse quel momento magico, rivelando: “Nel momento in cui è arrivata Rania, l’ho capito subito…è stato amore a prima vista”. Rania, invece, ricordò così la prima volta che vide il volto del futuro marito: “Aveva un sorriso ampio e sincero, comunicava un’energia contagiosa: siamo andati subito d’accordo”. Abdallah e Rania si sposarono a Palazzo Zahran l’anno successivo, il 10 giugno 1993, dopo 6 mesi di fidanzamento. Per i primi anni vissero nell’appartamento donato loro da re Hussein. La loro vita, però, venne totalmente stravolta il 7 febbraio 1999, quando il sovrano, da tempo malato, morì. Appena 2 settimane prima della dipartita Hussein aveva scelto come suo successore Abdallah. Una decisione che sconvolse gli equilibri di corte.

Fino a quel momento, infatti, l’erede al trono designato era stato Hamzah, il figlio del monarca Hussein e della sua quarta moglie, la regina Noor (Elizabeth Najeeb Halaby prima della conversione all’Islam). Nel 1999, a soli 29 anni Rania divenne la più giovane regina al mondo. Da quel momento la sua ascesa in termini di popolarità e persino peso politico non conobbe battute d’arresto. La nuova regina diede 4 figli al nuovo re Abdallah e ancora oggi ama ripetere che “mamma è l’unico titolo che davvero importa”. Si impegnò in difesa dei diritti delle donne e dei bambini. Come sottolinea La Repubblica, nel 2001 Rania sostenne gli emendamenti della “Legge sullo status della persona”, in modo da riformare e modernizzare alla base il diritto di famiglia e la condizione delle giordane. Questo appoggio pubblico irritò non poco i capi tribù e l’ala islamica (religiosa e politica) più intransigente. Da quel momento la sovrana dovette imparare a schivare le critiche più aspre.

Per alcuni era una sorta di Maria Antonietta araba sempre pronta a sperperare denaro in vestiti e gioielli. Altri, invece, giudicarono il suo stile di vita troppo occidentalizzato, strumentalizzando perfino la scelta degli abiti nelle cerimonie pubbliche. Altri ancora malignarono di suoi presunti “ritocchini” estetici al volto (benché il pettegolezzo non sia stato ancora provato), confrontando foto del passato con quelle attuali. Nonostante tutto il prestigio di Rania continuò a crescere: sempre La Repubblica sottolinea che fu proprio la sovrana a battersi affinché le donne giordane che sposavano uno straniero potessero trasmettere ai figli la loro cittadinanza. Per “straniero” si intendevano anche i rifugiati palestinesi. I detrattori sottolinearono che questa modifica alla legge avrebbe comportato un eccessivo sbilanciamento a favore della comunità d’origine di Rania. La regina, del resto, viene spesso accusata di privilegiare la parte palestinese del Paese a scapito di quella giordana. Inoltre il re Abdallah scelse come suo successore proprio il figlio avuto da Rania, il principe Hussein (1994) e non, come gli avrebbe chiesto il padre in punto di morte, il fratellastro Hamzah.

Tuttavia su questo punto serve molta cautela: non vi sono certezze assolute sullo svolgimento dei fatti. Si tratta di complicati giochi di potere in cui l’erede al trono non è sempre tale per diritto di nascita, ma per designazione da parte del suo predecessore. A quanto pare le decisioni del re Hussein prima e del sovrano Abdallah poi avrebbe minato i rapporti tra Rania e la regina Noor, madre di Hamzah. Anche su questa presunta rivalità si è scritto molto, ma non esistono prove concrete. Inoltre chi ritiene che il matrimonio della regina Rania non abbia mai subìto i violenti scossoni dei litigi di coppia potrebbe, forse, ricredersi: nel 2006 La Stampa riportò una notizia, mai provata, secondo la quale tra la sovrana e suo marito si sarebbe insinuato il vento gelido di un possibile divorzio. A rendere pubblico lo scoop fu il giornale israeliano “Yediot Ahronot”. All’epoca i tabloid parlarono di scontri, silenzi e ripicche tra i due sovrani, ma i portavoce di palazzo si affrettarono a smentire ogni pettegolezzo.

Che questa storia sia vera o no, cambia poco (d’altro canto i litigi in un matrimonio non sono certo eventi rari). Ancora La Stampa riportò un’affermazione del 2006 di Rania, la quale smentì categoricamente di vivere in una favola e commentò: “No, non lo è. Pare così a chi osservi dall’esterno. Per me è vita reale, fatta di famiglia, bambini, lavoro e della responsabilità verso il mio popolo. È un compito duro che prendo molto sul serio”.

Di fatto il matrimonio tra Rania e Abdallah dura da 26 anni e la dedica che la regina ha scritto sui social per il marito in occasione dell’ultimo anniversario ha il potere di trascinare via il passato, la verità e le bugie. La regina, infatti, ha scritto: “Che fortuna che ho, grazie per ieri, per oggi e per tutto quello che verrà domani…sono così fortunata a essere al tuo fianco. Che Dio ti benedica, mio re”.

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