Rea-Bahrami Se lo swing sposa Bach

da Perugia

Questa volta Umbria Jazz offre subito agli spettatori alcuni dei suoi grossi calibri. Paolo Conte con il suo pregevole gruppo registra il tutto esaurito all'Arena Santa Giuliana, e naturalmente non perde l'occasione di cantare Sotto le stelle del jazz . Nella stessa sera, il primo concerto di mezzanotte al Teatro Morlacchi propone il sassofonista Charles Lloyd in quartetto. L'idea sembra un po' azzardata, ma invece la bella sala si riempie nella platea e nei palchi e il successo è grande.

Il giorno dopo (si tenga presente che a Perugia si fa musica da mezzogiorno fino alle ore piccole e che numerosi concerti si sovrappongono) la palma spetta al trio del pianista Brad Mehldau con i fedelissimi Larry Grenadier contrabbasso e Jeff Ballard batteria. Mehldau non dimentica che proprio a Perugia è cominciata la sua fortuna nel 1997, quando aveva 27 anni. Si impegna al massimo, il suo repertorio è del tutto nuovo e cancella le preoccupazioni di coloro che, nel 2013 a Bergamo, avevano percepito nel trio qualche sentore di routine. Mentre Mehldau suona, a cento metri di distanza accanto alla Fontana di piazza nel cuore di Perugia il brasiliano Hamilton de Holanda in quintetto manda in estasi un migliaio di giovani con il suo magico bandolim.

Ma ecco il concerto-incontro destinato a rimanere negli annali di Umbria Jazz. È risaputo che il jazz è da sempre musica di contaminazione e di sintesi. Tuttavia mai sono stati messi a confronto un virtuoso del pianoforte classico qual è Ramin Bahrami, ammirato interprete delle partiture solistiche da Bach, e un pianista-improvvisatore poliedrico come Danilo Rea. Bahrami ha proposto fra l'altro l'Aria e alcune delle Variazioni Goldberg, l'Aria sulla quarta corda e vari Preludi e fughe; Rea ha sempre risposto a dovere con straordinaria fantasia improvvisativa. Un autentico spettacolo.

E ancora: Stefano Bollani ha offerto la sua nota interpretazione creativa di musiche di Frank Zappa, Paolo Fresu ha divertito e ha fatto meditare il

pubblico con il suo quartetto di soli ottoni, la Brass Bang. E l'incantevole trio The Bad Plus con il sassofonista Joshua Redman ospite speciale ha suonato musica stupenda e - mi si passi l'aggettivo - profondamente educativa.

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