"Reggae, non reggaeton. Dopo il lockdown c'è più voglia di ballare"

I Boomdabash hanno appena pubblicato "Karaoke", uno dei brani candidati a dominare l'estate. Con loro c'è di nuovo Alessandra Amoroso. Perché? Ce lo spiega il cantante Biggie Bash

"Reggae, non reggaeton. Dopo il lockdown c'è più voglia di ballare"

I Boomdabash sono nati a Mesagne, provincia di Brindisi, ma sono arrivati molto lontano. Dopo esser stati un «sound system» da anni firmano i tormentoni dell'estate e uno di loro, ossia Ketra (vero nome Fabio Clemente), è uno dei produttori più gettonati del momento visto che, con Takagi, ha «lavorato» i suoni di Jovanotti, Calcutta, Tommaso Paradiso, Elisa e via elencando. I Boomdabash hanno appena pubblicato uno dei brani candidati a dominare l'estate, ossia Karaoke. Con loro c'è di nuovo Alessandra Amoroso. Perché? Lo spiega il cantante Biggie Bash.

Scusi ma perché tornare a cantare con Alessandra Amoroso dopo Mambo salentino dello scorso anno?

«Veniamo dalla stessa terra, ci vogliamo bene e, durante il lockdown ci siamo sentiti spesso».

E come è nata la scintilla?

«Volevamo registrare qualcosa che ci facesse stare bene, un pezzo che potesse farci condividere con tutti la voglia di ripartire».

Karaoke?

«Esatto. È una sorta di dancehall giamaicana che ci riporta alle origini della mia band, a quelli che erano i suoni dei primi Boomdabash».

A proposito, cosa pensa del reggaeton, che da anni domina le nostre estati (e non solo)?

«Beh il reggaeton è l'espressione di una ondata di riflesso che anche l'Italia ha subito negli ultimi tempi. Più o meno come è accaduto per la trap, noi abbiamo assorbito suoni che sono arrivati all'improvviso dall'estero e che abbiamo recepito velocissimamente. Ma...».

Ma?

«Diciamo che il reggae, che è la nostra musica di riferimento, è destinato a durare molto di più».

Lei parla come se non fosse cambiato nulla. Ma adesso dopo il Coronavirus che cosa succede per la musica?

«All'inizio ero molto pessimista. Adesso vedo e sento tantissima voglia di ascoltare musica».

Anche dal vivo?

«Sì ma per quello bisogna aspettare ancora un po'».

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