È qualcosa di più di una tendenza che, in fin dei conti, c'è sempre stata. Negli ultimi mesi stiamo assistendo a un vero e proprio trasloco di attori e attrici dietro la macchina da presa. L'elenco non è mai esaustivo dal momento che ci sono molti interpreti che hanno dei progetti in fase di sviluppo. È il caso di Margherita Buy che ha scritto con Doriana Leondeff Volare, una commedia corale e autobiografica su un gruppo di ansiosi che si incontrano per vincere l'aviofobia. C'è poi Lina Sastri che sta cercando di esordire con La casa di Ninetta dal suo omonimo libro su Anna, detta Ninetta, sua madre malata di Alzheimer. Anche Vinicio Marchioni, autore di un bel film documentario Il terremoto di Vanja, sta lavorando al suo esordio nella finzione con Una famiglia che, in chiave di commedia e prendendo spunto da un testo dell'amato Cechov racconterà la storia di un gruppo familiare in un interno messo in crisi dalla quarantena. E alla regia debutterà anche Paola Cortellesi, come ha annunciato Vision Distribution.
Ma l'ondata di attori e, soprattutto, attrici che hanno deciso di passare alla regia è inarrestabile tanto che qualche critico è arrivato a lanciare addirittura l'allarme: «Il cinema italiano ha un problema: gli attori che fanno i registi» è il titolo di un polemico articolo di Gabriele Niola su GQ. L'idea è che rubino gli spazi ai registi giovani che hanno studiato per farlo. Come se passare la vita sul set valga meno di un diploma. È il caso di Micaela Ramazzotti che ha scritto e interpretato Felicità, un racconto di come salvarsi da legami familiari disturbati. Anche Pilar Fogliati, divenuta celebre per un video diventato virale in cui imitava tre tipologie di ragazze romane, ha girato un esordio leggero con Romantiche. Quest'anno poi sono usciti già tre film diretti da altrettante interpreti come Tapirulàn di Claudia Gerini, Occhi blu di Michela Cescon e Marcel! di Jasmine Trinca. Le ultime due hanno però deciso di fare un passo indietro come attrici rispondendo così indirettamente a chi pensa che il salto dietro la macchina da presa di molte interpreti nasconda la mancanza di ruoli femminili del nostro cinema. Così facendo le attrici risolverebbero il problema scrivendosi da sole i ruoli e dirigendosi pure.
Ma la casistica è molto varia e non esclude affatto i colleghi maschi che, anzi, anche in questo campo hanno iniziato prima, come Kim Rossi Stuart giunto oramai, con il nuovo Brado, un western metropolitano, al suo terzo film (proprio come Antonio Albanese che ha appena completato 100 domeniche) a conferma del talento di un autore personale, originale e sorprendente. Il suo corrispettivo al femminile è sicuramente la brava Valeria Bruni Tedeschi il cui ultimo film solo da regista, Les amandiers (Forever Young), sarà al cinema dall'1 dicembre. E chissà se non sarà una sorpresa anche Teo Mammucari che esordisce con Dove sto domani dirigendo una leggenda del nostro cinema come Stefania Sandrelli nel ruolo di sua madre. Sì perché anche in questo caso il volto del televisivo Le Iene ha sentito l'urgenza di scrivere e di dirigere una storia autobiografica, quella vera della sua separazione in cui, sarà un caso?, troveremo una top model (Natalia Andrade) a interpretare la sua ex. Giuseppe Fiorello fa invece un passo doppio, esordendo sia come regista che come produttore di Stranizza d'amuri per raccontare un fatto di cronaca nera accaduto in Sicilia all'inizio degli anni '80: «Ho aspettato molti anni prima di decidere ha detto l'attore ho sempre avuto rispetto e timore per un mestiere così complicato». Anche Michele Riondino, il giovane Montalbano, ha deciso di girare il suo primo film, Palazzina Laf, proprio su questo edificio dell'Ilva a Taranto dove venivano spediti gli operai vittime di mobbing aziendale. Un legame con la storia ce l'ha anche L'ultima volta che siamo stati bambini che Claudio Bisio ha appena finito di girare: «Giampaolo Letta di Medusa mi ha convinto a cimentarmi nella regia. Io? Dirigere un film ambientato durante il rastrellamento del ghetto del 1943 con protagonisti quattro bambini? Una follia? Sicuramente un'incredibile ed emozionante avventura alla quale mi sono avvicinato con umiltà e rispetto».
Arrivano infine da altri campi due registi esordienti d'eccezione, dal mondo della musica Cesare Cremonini che sarà in tour negli stadi in 12 tappe da novembre ma intanto sta lavorando a un'opera che affronterà alcuni momenti della carriera artistica del grande Lucio Dalla.
Mentre Roberto Saviano firmerà l'adattamento d'animazione di Sono ancora vivo dalla sua stessa graphic novel in cui racconta i quindici anni di vita sotto scorta.La speranza è che ci sia poi un pubblico che vada al cinema a vedere tutti questi film. Ma questa è un'altra storia.
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