Il ritorno di Luca Carboni tra poesia ed elettronica

Esce il nuovo disco "Pop Up"

Il ritorno di Luca Carboni tra poesia ed elettronica

È sempre pacato, Luca Carboni, anche quando parla di come è stato ispirato dalla poetessa premio Nobel Szymborska per comporre Chiedo scusa , una delle più belle canzoni del suo nuovo disco Pop Up . «La poesia mi è sempre piaciuta non per copiare versi ma per entrare in altri mondi. In passato mi sono ispirato a Prevert e a Neruda, stavolta a questa autrice che mi ha fatto scoprire ma mia moglie». È ispirato, e si sente in tutte queste dodici canzoni in uscita oggi per Sony Music (con il progetto grafico di Shipmate).

Tanto per capirci, il primo singolo Luca lo stesso è stato applaudito da tutti e ha subito offerto le coordinate di un disco che è l'undicesimo in trentun anni di una carriera obiettivamente di alto livello.

In fondo, dopo il successo trasversale dei duetti di Fisico e politico , Carboni è riuscito a traghettarsi nella terza fase della storia di un cantautore, la più difficile: mantenersi all'altezza della propria fama. «Vent'anni fa mi vantavo di aver successo senza canzoni d'amore, oggi invece mi rendo conto della straordinaria potenza di una canzone che parla d'amore» spiega lui quasi chiedesse scusa.

E comunque l'amore è il filo conduttore di questo disco più «tecnologico» del solito grazie (anche) alla produzione di Michele Canova Iorfida, l'amore in tutte le sue manifestazioni come confermano anche Tanto Tantissimo oppure Invincibili e persino la sorprendente Dio in cosa crede che non è, come avvisa lui, «un trattato teologico», ma un modo di chiedersi «chissà se guarda giù». Ed è molto probabilmente, il miglior disco di Luca Carboni da tanto, tanto tempo.

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