Una giovane partigiana con la stella rossa, la stessa dei boia di Tito che hanno scaraventato nelle foibe migliaia di italiani. Uno storico che spiegherà agli studenti come «gli infoibati» fossero «una minoranza di poche decine di persone». E gli esuli che attendono ancora un cenno dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, per un incontro al Quirinale, dopo la sua seconda assenza alle commemorazioni il 10 febbraio. Non un giorno qualunque, ma il ricordo degli istriani, fiumani e dalmati costretti alla fuga dalle violenze di Tito alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel nostro bizzarro Paese il 10 febbraio, che commemora per legge questo dramma, spuntano incontri e manifestazioni patrocinati con soldi pubblici, che negano o riducono i crimini delle foibe.
Domenica prossima, non a caso ad Arcore, residenza di Silvio Berlusconi, il Comune e l'Associazione partigiani organizzano un incontro che non lascia dubbi: «Io ricordo...tutto - Operazione foibe fra storia e mito». Il «tutto» riguarda ovviamente le nefandezze contro gli slavi compiute dal regime fascista e dall'esercito italiano prima e durante la seconda guerra mondiale.
La relatrice, presentata dall'assessore alal Cultura di Arcore, è Claudia Cernigoi nota «eroina» di chi tende a ridurre, se non a negare il dramma delle foibe. «Si tratta di soggetti idonei più a celebrare gli infoibatori che a rendere omaggio agli infoibati» scrive Paolo Sardos Albertini, presidente del Comitato martiri delle foibe, al sindaco di Arcore. La deputata locale di Forza Italia, Elena Centemero, bolla come «sconcertante l'iniziativa patrocinata dal Comune di Arcore».
Non è l'unico caso. A Firenze gli esuli sono in subbuglio per un evento legato al 10 febbraio gestito dall'Associazione partigiani e rivolto ad un pubblico di studenti.
I senatori Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi hanno presentato un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli per un altro evento. I politici da sempre vicini agli esuli «hanno appreso che l'11 febbraio le associazioni Resistenza e Antifascismo militante» organizzano «a Costa Volpino, frazione di Corti, (l'evento) dal titolo Foibe e che ha, come sottotitolo, ... approfondimento critico...». Come ha raccontato ieri il Tempo, il protagonista del dotto convegno è lo storico Piero Purini altro riduzionista. Purini si era scagliato contro lo spettacolo teatrale Magazzino 18 di Simone Cristicchi, che ha portato con grande successo sul palcoscenico il dramma delle foibe e dell'esodo. Secondo lo storico «gli infoibati furono una minoranza di poche decine di persone». E «sull'esodo, ha giocato molto di più la paura di un sistema economico e politico demonizzato dal fascismo, dalla Chiesa e dall'influente DC che di la dal confine spingeva per la partenza del maggior numero di persone».
I senatori chiedono al ministro dell'Istruzione «se non ritenga scandalosa, in occasione delle giornate di commemorazione di un episodio ormai riconosciuto, dopo anni di oblio, dalla storia ufficiale, che associazioni nostalgiche del comunismo organizzino una conferenza che offende la memoria delle tante vittime italiane». Ed ancora «se non ritenga incompatibile con le commemorazioni l'assegnazione di crediti formativi per gli studenti partecipanti a questo evento». Una tragica beffa per il 10 febbraio, che ha spinto Gasparri e Giovanardi a scrivere una seconda lettera al presidente della Repubblica invitandolo ad incontrare gli esuli al Quirinale. Mattarella, al contrario di Napolitano e Ciampi, non l'ha mai fatto e per la seconda volta il 10 febbraio sarà all'estero. Domenica ha trovato tempo per assistere alla partita dell'Italia di rugby nel torneo delle 6 nazioni ed il 9 febbraio sarà a Torino per i 150 anni del quotidiano la Stampa.
I senatori sottolineano, che gli esuli «le hanno chiesto di essere ricevuti in occasione della Giornata del Ricordo del 10 febbraio, che nel 70° anniversario della perdita di quel pezzo d'Italia ricopre una particolare solennità».
A Mattarella si fa presente che «le Associazioni, come le abbiamo più volte segnalato, sono disponibilissime ad incontrarLa anche nei giorni antecedenti o successivi al 10 di febbraio, perché l'Italia nella sua massima espressione istituzionale riconfermi la solidarietà e l'affetto nei confronti di quei concittadini che più di tutti hanno pagato i disastri della Seconda guerra mondiale».
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