Se le «faccine» diventano opere d'arte

Il dibattito su internet, sui social media ed il ruolo decisivo che questi hanno nella nostra contemporaneità è aperto da tempo. Internet ed i social hanno trasformato profondamente le relazioni tra le persone e la comunicazione tra esse avvicinando e rompendo completamente ogni confine fisico e costruendo un linguaggio comune fatto di moderni geroglifici, gli emoij. Da dicembre queste «faccine» con cui molti di noi comunicano sui social entreranno nel mondo dell'arte irrompendo nella collezione permanente del MoMa di New York con una mostra. Certo l'obiettivo del MoMa è quello di «visualizzare e collezionare l'arte (e il design) del nostro tempo e il nostro tempo, oggi, lo viviamo sia nello spazio fisico, sia in quello digitale», ha commentato Paola Antonelli curatrice del dipartimento del museo dedicato ad Architettura e Design ma l'inserimento degli emoij in quello che viene unanimemente considerato il luogo per eccellenza della cultura contemporanea ci fa riflettere.

Riflettere sulle lingue e sul nostro linguaggio che man mano va semplificandosi perdendo tutte quelle peculiarità e sfumature straordinarie che hanno costruito la nostra cultura. Che cosa ci attende per il prossimo futuro? Un ritorno ai geroglifici degli antichi egizi?

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