"Edwige Fenech diceva che ero virile e le altre compagne di lavoro mi invitavano a non buttarmi giù: “Sai che in fondo in fondo, non sei male?”, “È quell’in fondo in fondo che mi rompe il chezzo". Lino Banfi, in una intervista al Messaggero, si racconta e ripercorre le tappe della sua corriera. Parla anche del rapporto professionale con Edwige Fenech e dell'imbarazzo provato in alcune scene: "Una volta dovetti toccare il seno di Edwige. Ero un po’ rigido. Un elettricista si spazientì: “Guarda che non stai a cambià una lampadina".
Alla voce brutti pensieri, Banfi spiega: "Ogni tanto penso al fatto che se avessi avuto mezzo euro per ogni copia dei dvd dei miei film sarei ricco. Non è successo perché i contratti dell’epoca prevedevano la cessione assoluta dei diritti di sfruttamento al produttore e purtroppo non eravamo pagatissimi, ma soltanto “pagatini”. Mi ero illuso che di tanti passaggi un giorno sarebbero arrivati i soldi, ma purtroppo non è arrivato un “chezzo”.
Poi quell'aneddoto su Berlusconi: "Aveva comprato per il Milan il
calciatore Scarnecchia e mi telefonò: “Puoi suggerirgli di cambiarsi cognome? È forte, ma chiamandosi così non ce la farà mai”, “Ma come faccio?” “Raccontagli la verità. Ti chiamavi Zagaria e ora ti chiami Banfi, che ci vuole?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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