L'altra faccia dei soldi, del sesso e del successo. Quando le cose non sono come sembrano e il cinema prova a raccontarle da dietro le quinte, usando un prisma d'autore. Come fa Woody Allen in Café Society, film d'apertura del Festival di Cannes (11-22 maggio), che guarda oltre le paillettes di Hollywood negli anni Trenta, scoprendo che non è tutto oro quel che luccica. Sulla Croisette, quest'anno ricca di titoli e celebrità di livello, un regista che ha fatto fortuna illustrando la violenza degli uomini, spierà per la prima volta la violenza delle donne: è il danese Nicolas Winding Refn (Drive, Dio perdona, io no), che porta in concorso Neon Demon, horror al femminile. Né poteva mancare, quarant'anni dopo la sua apparizione in Taxi Driver, l'attrice e produttrice Jodie Foster, che da regista di Money Monster - L'altra faccia del denaro illustra il mondo delle truffe con due divi di fascia alta, George Clooney e Julia Roberts,alla loro quarta collaborazione.
Al suo quarantasettesimo film, il primo girato in digitale, Woody Allen è ormai un habituée di Cannes, dove l'anno scorso presentò Irrational man con Joaquin Phoenix, mentre nel 2011 aveva aperto il festival con Midnight in Paris, il cui stesso sapore rétro si sprigiona dal romantico Cafè Society. «La vita è una commedia sadica scritta da un autore sadico», dice nel film il protagonista Bobby, giovane degli anni Trenta, che si trasferisce da New York a Los Angeles per inseguire il sogno del successo alla Mecca del cinema: vuol fare lo sceneggiatore. Nei panni di un alter ego nevrotico e col gusto yiddish delle battute-formule di vita c'è Jesse Eisenberg, innamorato senza speranza di Vonnie, alias la star di Twilight Kristen Stewart, anche lei assidua del Festival e mora per esigenze di copione. Abiti eleganti e tuffi in piscina, piume tra i capelli e uomini in frack, mentre il classico produttore-mogul (Steve Carell, qui zio di Bobby) con noncuranza annuncia: «Aspetto una telefonata da Ginger Rogers». Le ragazze da sofà si sprecano e si offrono con un: «Vuole assaggiarmi?» e l'impeccabile fotografia di Vittorio Storaro restituisce il luccichio di quegli anni d'oro. Riuscita sicura per l'81enne Woody, che non ha mai guardato la tivù e ciononostante girerà una serie televisiva per Amazon Prime: 6 episodi ambientati nei Sessanta, star Miley Cyrus.
In concorso, The Neon Demon presenta il mondo delle modelle così com'è: patinato e perverso. E gronda sangue in puro stile Refn, che, al suo decimo film guarda a Suspiria (1977) di Dario Argento e a Carrie (1976) di Brian De Palma. Dura a morire, l'aspirante modella Jesse, ovvero la bionda e trasognata Elle Fanning, va pure lei a Los Angeles - il demone del neon, date le luci artificiali - per sfondare nell'ambiente fashion. Ma la sua giovinezza e la sua vitalità faranno gola a un gruppo di donne ossessionate dalla bellezza: tali vampire in tacchi a spillo le succhieranno ogni linfa. Ancora un film Amazon, per un lavoro ispirato alla vita della contessa ungherese Elisabeth Bàthory von Ecsed, serial killer che agli inizi del Seicento originò la leggenda della «contessa Dracula», aiutata, nei suoi 80 efferati delitti, dalle cortigiane Ilona, Katharina e Dorothea. «Una mattina mi sono svegliato e ho capito d'essere circondato e dominato dalle donne. E' stata una cosa strana, ma ho sentito il bisogno immediato di girare un horror sul lato feroce della bellezza. Poi, amo le donne e tutto ciò che è femminile», spiega Windig Refn, che ha scritto il film con una neolaureata di Yale, Mary Laws.
Meno cupo, il thriller Money Monster. L'altra faccia del denaro a tratti fa sorridere. La bella faccia da schiaffi di George Clooney è prestata a Lee Gates, televenditore senza scrupoli, che arrotonda con investimenti truffaldini.
Mentre è in diretta, guidato dalla produttrice dello show Patty, cioè Julia Roberts, una vittima dei suoi raggiri irrompe in studio, pistola alla mano. Davanti a milioni di telespettatori, va in onda un cardiopalma live. Jodie Foster firma insomma un film pop-corn che si basa sui suoi 50 anni di esperienza.
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