Ma lei no. Ci sono artisti che debuttano come piromani della classifica e poi diventano pompieri che spengono l'irruenza. Loredana Bertè non ci pensa neppure, da quarant'anni è semplicemente e faticosamente la Bertè e per questo la cercano sempre (si dice anche per sostituire Asia Argento a X Factor). È stata la regina del tormentoni dell'estate con il martellante Non ti dico no pubblicato con i Boomdabash e adesso, voilà, torna con il primo disco di inediti dopo tredici anni: «Pubblico dischi solo ho qualcosa da dire», spiega presentando un album bello già dal titolo Libertè, proprio come il nome del suo primo fan club. Dieci canzoni (più intro e outro), due firme storiche come Ivano Fossati nell'irruento Messaggio dalla Luna e Gaetano Curreri nell'elegante Una donna come me e alcuni autori in crescita come Andrea Bonomo, Fabio Ilacqua e Gerardo Pulli. E a dirigere l'orchestra di talenti c'è uno che sa come farlo: Luca Chiaravalli. «Questo è il mio manifesto» dice lei che ha curato pure l'idea grafica del disco e si entusiasma per i contenuti della nuova app che garantisce una «realtà aumentata»: «Sono la prima a farlo in Italia, mi piace essere la prima», sorride mentre si sfiora i capelli blu proprio come si vedono in copertina. «Bella vero?».
Sì ma che cos'è la Libertè?
«È un inno a essere fedeli alle proprie idee anche se si viene accusati di essere folli. La vera pazzia è la negazione di se stessi. Senza far paragoni, Einstein era un folle quasi autistico ma era anche un genio».
Nel testo del brano la definizione è più colorita.
«Canto: Fra gli inni e le bandiere, tra le pecore in processione, chi ha la faccia come il sedere ed in tasca una soluzione, chi ci predica la morale e chi decide cosa è normale. La libertà è star fuori da questo».
È molto punk.
«Mi sento punk da sempre, avrei potuto essere un soggetto di Basquiat».
Nel disco c'è pure un brano, Gira ancora, che è un omaggio ai Ramones, autentici simboli del genere».
«Li ho incontrati in un bar quando ho trascorso otto mesi a New York cucinando per Andy Warhol. Una vita pazzesca. Pensi che Pelé passava a prendermi per andare a lezione di lingue: lui imparava lo spagnolo, io l'inglese».
Ma c'era pure la trasgressione.
«Una volta, ero con Liza Minnelli e John Belushi e alle cinque e mezzo del mattino tutti i locali erano chiusi. Ne vediamo uno che stava abbassando le saracinesche, entriamo e John chiese quanto costava. Il barista rispose che il servizio era terminato. E Belushi: No, non voglio da bere, voglio sapere quanto costa tutta la baracca così i drink ce li facciamo da soli. Funzionava così. Ogni tanto veniva anche Woody Allen con il suo clarinetto».
In questo disco è ritornato Ivano Fossati.
«Fa parte della mia storia musicale (nel '78 scrisse per lei Dedicato). Dopo 30 anni, gli abbiamo mandato una email e lui ha risposto inviandoci un brano».
E Gaetano Curreri?
«Lui ce ne ha inviati due, uno più bello dell'altro».
Sulla copertina di Libertè c'è lei con una camicia di forza.
«Una volta me l'hanno messa per davvero. Avevo spaccato tutta la portineria di casa con una mazza da baseball, allora hanno chiamato l'ambulanza e mi hanno portato in questo manicomio. Poi però non volevo più andarmene perché ci stavo meglio che a casa».
A proposito di trasgressione.
«Oggi la vera trasgressione è essere normali».
È trasgressivo anche essere una signora della canzone che ha appena compiuto 68 anni e piacere moltissimo ai bambini.
«Conoscono a memoria il testo di Non ti dico no, mi accolgono sempre come una diva ed è per questo che la loro voce apre e chiude il disco».
Tra l'altro lei ha pubblicato non uno ma due singoli contemporaneamente, Maledetto Luna Park e Babilonia, entrambi firmati da lei.
«Tutto il disco è pieno di singoli. Ne uscirà uno dopo l'altro».
Intanto a metà novembre inizia il suo tour nei teatri.
«È quasi tutto sold out. E pensare che solo dieci giorni fa ho finito il tour estivo».
Dopotutto è il tempo della sovra esposizione. Bisogna essere sempre presenti, ci sono i social, gli smartphone.
«Mah, io non ho mai avuto neanche un cellulare. Certe volte, quando aspetto il treno o l'aereo, vedo di fianco a me fidanzatini che non si parlano neanche ma hanno la testa bassa e smanettano sul cellulare. Ma parlatevi invece di mandare messaggi! Sono un segno dei tempi».
Qual è il segno dei tempi?
«Per me siamo in un'epoca di odio e indifferenza. Penso che il mondo sia impazzito. Ed è impazzito male. Perché si può anche impazzire bene, eh».
Cos'è «L'anima carbone»? (titolo di un brano - ndr)
«È il mio lato oscuro che combatte con quello solare».
E come va la battaglia?
«In questo momento sono a metà, non vince né l'uno né l'altro».
A proposito, e la politica?
«Lasciamo perdere, vedo solo arrotini e ombrellai, peraltro neppure bravi. Per parafrasare il nuovo brano Messaggio dalla Luna, diciamo che mi girano molto le lune».
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