Fra tutti i consigli ricevuti dall'insegnante di recitazione uno si è rivelato particolarmente importante per Tom Holland: quando ti senti nervoso, trasforma la tua ansia in entusiasmo. «Ecco, ora ve lo posso dire: sono molto, ma molto entusiasta per questo ruolo». British sense of humour. Questo ventitreenne dalle orecchie a sventola, nato a Kingston upon Thames, di senso dell'umorismo britannico ne ha da vendere, e lo ha salvato. Da cosa? Dal peso della responsabilità e dal rischio di montarsi la testa. Rischio serio, quando sei ancora un ragazzo e Hollywood ti assegna una delle parti più iconiche del cinema del ventunesimo secolo. Spider-Man - Far from home, per la regia di Jon Watts, è il secondo film da protagonista di Tom Holland nel ruolo dell'Uomo Ragno, dopo Homecoming del 2017. Uscirà nelle sale italiane domani, 10 luglio.
Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità, è uno dei motti ricorrenti nelle strisce del celebre fumetto creato dal genio di Stan Lee e Tom lo sa bene. Blue jeans e maglietta chiara, Tom se ne sta seduto su una panchina davanti agli edifici della Sony Picture. Ha l'aspetto del compagno di scuola con cui trascorrere i pomeriggi d'estate. Non è esattamente così. «Sembro più giovane di quello che sono, è per questo che ho dovuto metter su muscoli e allenarmi tanto. Cosa c'è di buono è che, anche in questo secondo film, Peter Parker, nonostante in certi momenti abbia un atteggiamento da adulto, è ancora un sedicenne».
Girato nell'estate del 2018 a Londra e in tutta Europa, Spider-Man - Lontano da casa vede Peter attraversare il vecchio continente, da Venezia a Praga a Londra, in gita scolastica. Un evento da sedicenne, interrotto dalla sua necessità di salvare il mondo. Non appena sbarcato in Europa infatti, il nostro supereroe vedrà la sua strada verso la spensieratezza dell'adolescenza sbarrata da una serie di creature giganti. Ad invocare il suo aiuto per scoprire cosa si nasconde dietro gli attacchi in un mondo cambiato per sempre dopo gli eventi di Avengers: Endgame, ci saranno Nick Fury (Samuel L. Jackson) e l'enigmatico Mysterio (Jake Gyllenhaal). «Sicuramente in questo film c'è più azione che nel precedente dove Spider-Man giocava in casa. Ora è tutto più grande, più globalizzato. Ironia della sorte: questo secondo progetto, che s'intitola Lontano da casa è stato girato a un passo dai luoghi natii di Holland: «Sembra uno scherzo», ride.
Prima di approdare a Hollywood aveva trascorso tre anni sul palco del Victoria Palace Theater di Londra, dove andava in scena la versione teatrale di Billy Elliot. Da bambino era più interessato alla danza che alla recitazione e ora quel patrimonio di capacità acrobatiche continua a essergli molto utile. Sono state infatti proprio quelle capriole a fargli ottenere la parte dell'Uomo Ragno, due anni fa. «Però non faccio tutti gli stunts che sono richiesti nel film, ci sono cose che il mio doppio sa eseguire meglio e sono felice che sia lui a farmi fare un'ottima figura».
Sembra proprio che Holland, nonostante il successo abbia conservato una buona dose di umiltà. «Merito dei miei genitori che quando torno a casa mi fanno sempre lavare i piatti». Per il giovane attore inglese è proprio l'umiltà la dote che lo avvicina di più a Peter Parker. «Peter è un ragazzo come tanti, come me. A chi non è capitato di sentirsi poco accettati o di non essere ammessi nella squadra della scuola? Nessuno può paragonarsi al milionario Tony Stark o al veterano Capitan America, ma tutti hanno frequentato le superiori». Se si svegliasse domani mattina con i poteri di Spider-Man, che cosa farebbe Tom Holland? «Probabilmente rapinerei una banca.
No, scherzo. La verità è che non so cosa farei. Credo che la maggior parte dei ragazzi della mia età si godrebbe quei poteri, magari postando delle foto assurde su Instagram, per farsi notare dagli amici e dalle ragazze».
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