"Ho bisogno di lavorare per vivere. Per carità, non mi lamento, c'è chi ha più bisogno. Ma non sono una adolescente, ho appena perso tre lavori. Ho due, ma proprio due risparmi per la vecchiaia, ancora lontana". Parola di Stefania Sandrelli che, intervistata da La Repubblica, rivela di non vivere nel lusso e di temere un po' per il suo futuro, nonostante una lunga e felice carriera nel cinema, iniziata quando aveva solo 15 anni.
Nell'intervista l'attrice 73enne racconta della sua quarantena vissuta in quella che definisce "la mia tana", con il compagno Gianni Soldati. L’attrice, che non ama cucinare, ha rivelato di star mangiando in modo molto economico dopo aver scoperto le friselle pugliesi. "Le mangio con i pomodori e l' olio d' oliva. A volte dico al mio compagno: 'Giovanni, non è che mi salta un dente?'. Ho ancora tutti i miei...", dice con vezzo e orgoglio, ma è l'unico lampo perchè subito dopo rivela di star praticamente vivendo sempre con indosso delle comode tute sportive.
"Ne ho cinque ma a forza di metterle si sono scucite e ho imparato a fare rammendi da sarta. Accomodo tutto. Chiedo a Gianni 'Ti si è tolto il bottone: te lo cucio?'. Mi rilassa", dice, mentre ammette che, oltre a questi obbligati riti casalinghi dettati dalla noia della quarantena, ciò che più le sta a cuore è tornare ancora a recitare. "Vorrei tornare sul set. Perché dopo cento film la mia passione per il cinema è rimasta intatta e poi non vorrei dover bussare ai miei figli, sono sempre stata autonoma, amo mettere le buste con i soldini per i nipoti. Vorrei la tranquillità di una vita piacevole, con piccole gioie", ha detto l’attrice che sente molto la mancanza dei sui cinque nipoti.
"Vorrei vedere la mia famiglia ma è dura perché so che non potrei abbracciarli, baciarli. Non sono tecnologica, avrò fatto quattro videochiamate in cui cerco di farli ridere, ballo, faccio la matta, un modo per prendere le distanze dalla paura". Ma nella sua vita c'è anche spazio per la preghiera e il ricordo. "Prego perché trovino una cura. Temo per me, per la famiglia, per la gente che non riesce a mangiare. È brutto vedere in tv la gente che soffre. Gli anziani mi sono sempre stati nel cuore. Mamma raccontava che da bambina volevo portare a casa ogni vecchino incerto che incontravamo per strada". E poi rammenta di essere sopravvissuta all'Asiatica del 1956.
"Ci ammalammo tutti, mia madre, il mio patrigno, mio fratello e la domestica. Ci aiutava il medico di famiglia, un coraggioso, non c' erano guanti e mascherine. Malgrado la febbre altissima e i mal di testa, facevamo i turni per i letti, la pulizia. Ci salvava l'ironia da toscanacci, io e mio fratello scherzavamo dei nostri acciacchi.
Così – ha concluso l’attrice toscana - oggi dico a figli e nipoti: sono qui viva e vegeta, per dare loro coraggio e speranza. Perchè davvero spero che quel che succede non sia vano e ci indichi un futuro migliore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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