Striscia, le verità di Antonio Ricci: "Fabio Fazio? È un bruco curiale"

Il produttore e autore di Striscia la Notizia, Antonio Ricci, parla del suo ultimo libro e dei personaggi che ha incontrato durante la sua carriera

Striscia, le verità di Antonio Ricci: "Fabio Fazio? È un bruco curiale"

Parla Antonio Ricci. Il produttore e autore di Striscia la Notizia ha rilasciato una intervista a Libero in occasione dei 30 anni dalla fondazione del telegiornale satirico di Canale 5. In questi giorni esce in edicola il libro "Me, tapiro" scritto dallo stesso Ricci, l'uomo che considera tutti quelli che vanno in tv delle persone dedite a "prostituisrsi" per "vendere qualcosa, da un'automobile a un' idea politica, e nel peggiore dei casi vendono se stessi".

La carriera di Ricci inizia con la chiamata di Beppe Grillo che lo volle come autore. Prima se ne stava nel suo ufficio da preside di una scuola privata. "Dormivo in auto - racconta - perché tornavo alle 4 dai miei spettacoli comici al Derby di Milano". Dal palco a dietro le quinte il salto è stato rapido e soprattutto produttivo. "Sono un timido rognoso che non deve cominciare se no non smette più - spiega - Con Grillo ho capito che mi piaceva fare l'autore. Anche perché lui pinzava gioiosamente i pezzi dell'uno e dell'altro comico e arrivato alla Rai aveva bisogno di testi originali".

Il rapporto con il comico prestato alla politica è ancora saldo. "Siamo ancora molto amici", dice Ricci che sostiene di aver consigliato a Grillo di non fare politica. "Anni fa ho fondato il Partito del Gabibbo e prima di Grillo il Movimento delle 5S - spiega l'autore Mediaset - si può essere di sinistra senza sembrare stronzi". E su Renzi: "Sembrava meno stronzo di quelli di prima, poi gli devono aver attaccato la malattia".

Dalla politica al lavoro, Ricci non può non parlare dei fuorionda che Striscia fa vedere al proprio pubblico. Fuorionda che riguardano ovviamente altri programmi. Soprattutto quelli della Rai, anche se Ricci giura di non aver mai fatto killeraggio dei concorrenti per favorire Mediaset. L'ultimo caso, forse il più eclatante, riguarda Flavio Insinna. Il conduttore di Affari Tuoi nei mesi scorsi fu protagonista di una serie di servizi realizzati da Striscia in cui dimostrava essere particolarmente iroso durante la conduzione del programma. "Quelli Rai ormai sono criptati - spiega Ricci - Una volta sbordavano lo spazio del segnale e li catturavamo, ora ce li deve passare qualcuno come è successo per quelli di Flavio Insinna: girano sui telefonini e non puoi sapere chi li ha fatti". Come quelli di Insinna. "I suoi fuorionda li ho mandati dopo che la fine di Affari tuoi era decisa, la pena più grande che ha avuto è stata diventare l' inviato di Bianca Berlinguer. La trasmissione dei pacchi si basa sul fatto che non sai niente e vinci grazie alla provvidenza, non è servizio pubblico".

Per ora Ricci non pensa a smettere di lavorare. "Ho davanti due maestri della mafia ligure: Gino Paoli, che a 84 anni canta sempre meglio e Renzo Piano che vuole morire in cantiere". Della giustizia pensa che abbia "difetti", ma "nel nostri caso è stata giusta". Di Berlusconi che "non puoi comprimerlo, ha un'energia superiore alla media. Lo muove un amor proprio, chiunque al suo posto se ne sarebbe andato alle Bermuda con 150 ragazze eleganti e invece vuole ancora dimostrare di essere in campo". Di Pippo Baudo che "era la tv" e che "attaccarlo era naturale". Il giudizio più duro quello su Fabio Fazio, "bruco curiale che avvolge tutto in una melassa indistinta": "Se riproduce la stessa trasmissione di Rai 3 su Rai 1 - spiega Ricci - ovvio che fa gli stessi ascolti di Rai 3.

È mancata l'innovazione, pretendendo tra l'altro che Rai 2 e Rai 3 non facessero concorrenza. Per questo Canale 5 e La 7 con Giletti marciano felici". L'ultimo apunto è sugli italiani: "Diamo sempre la colpa agli altri e cerchiamo idoli da esaltare per poi insultarli".

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