Ora tutti vogliono Ted. L'orsacchiotto di peluche protagonista dell'omonimo film in cui prende vita e frega tutti perché apparentemente dolce e buono, è invece, proprio come gli umani che anche in Italia stanno riempiendo le sale per vederlo, irascibile, casinaro, giocherellone, pauroso, cattivo, politicamente scorretto. Poi certo fa pure quello che molti non dicono di fare - ruttare, dire parolacce, fumare marijuana, andare con le prostitute - ma anche questo è tipico di alcuni esemplari della nostra specie. Così un essere apparentemente poco raccomandabile, ma in verità capace di avere una grande amicizia - anzi una «rimbomboamicizia» per via della comune paura dei temporali - con il suo «padrone» interpretato da Mark Wahlberg, è diventato l'idolo di milioni di spettatori in tutto il mondo, soprattutto giovanissimi nonostante il divieto ai minori di 14 anni in Italia e «R» negli Stati Uniti (non adatto ai minori di 17 non accompagnati da un adulto). In due settimane di programmazione nel nostro paese ha ottenuto 7 milioni di euro di incasso, con più di un milione di spettatori che - complice un passaparola positivo (+ 20 per cento nella seconda settimana) - hanno affollato le sale dopo un'estate trionfale in America dove ha esordito il primo luglio e a tutt'oggi, quando ancora è in programmazione e sta per uscire in dvd, ha incassato 150 milioni di dollari, raggiungendo il mezzo miliardo al box office mondiale. Ma ciò che più sorprende è che ancora una volta Hollywood riesca a realizzare un film con un animale parlante (anche se digitalmente di pezza) e a ottenere un successo planetario nell'anno del Signore 2012 quando ormai si pensava che la cosiddetta sospensione della credulità dello spettatore avesse raggiunto un limite.
Tutto il merito in questo caso va al creatore di Ted, lo sceneggiatore/regista/attore/cantante (sua la voce in originale dell'orsetto mentre da noi è doppiato da Mino Caprio) Seth MacFarlane (39 candeline il prossimo 26 ottobre), che ha portato al cinema la vena corrosiva e anarchica della sua serie animata più nota, I Griffin (l'undicesima stagione è trasmessa da Fox su Sky), in America il programma più seguito dai teenager maschi. Gli stessi che stanno tributando il successo in Italia al pupazzo Ted che spopola non solo al cinema ma anche sul web e nei social network. Come non parlare di Tedmania quando la pagina Facebook italiana del film ha superato i 143mila «mi piace» (quasi 6 milioni quella inglese) e su una moltitudine di profili appare proprio l'orsacchiotto fotografato da tutti con tutti? Sì perché naturalmente sono state già create delle applicazioni che permettono di inserire Ted - anche parlante oltre che vomitante, arrabbiato, col dito medio alzato - in qualsiasi immagine e video. Così ecco Ted che vola dallo spazio abbracciato a Felix Baumgartner, stringe la mano a Napolitano o, per rimanere un po' in tema, è assieme al «father» Ruggero De Ceglie de I soliti idioti che ovviamente gli fa un suo peculiare complimento: «Sei il figlio che non ho mai avuto dai cazzo!».
Un passaparola attentamente indotto da un marketing aggressivo che, come negli Stati Uniti, ha prima pilotato e poi cavalcato il fenomeno del caustico orsacchiotto alle prese con temi come l'alcol, le donne, il fumo, la religione, gli omosessuali, gli ebrei, i disabili, tutti trattati in maniera politicamente scorretta. Ma anche divertente perché il film è, in alcuni momenti, di una comicità irresistibile. Ciononostante su Seth MacFarlane sono piovute delle critiche sia per l'esilità della storia sia - addirittura - per non essersi spinto troppo in là con l'irriverenza. Anzi è stato scritto che la sua è una comicità falsamente anarchica e corrosiva perché compiaciuta verso chi viene deriso ed è, in ultima analisi, ben integrata nei limiti dell'industria hollywoodiana. Una tesi che in effetti sarebbe confermata dal fatto che proprio l'Academy ha chiamato Seth MacFarlane a condurre la prossima notte degli Oscar. Sarà. Ma forse Ted è anche qualcosa di più.
La storia di un amicizia molto forte, molto maschile (e per questo al limite dell'omosessualità), dove l'altro sesso non è poi così al centro dell'attenzione pur avendo nel film il volto di una delle donne più belle del mondo, secondo Esquire, l'attrice Mila Kunis. Un amicizia tra un orsacchiotto e un trentacinquenne dove è il primo a essere il vero adulto mentre il secondo è il bambino non cresciuto. Con tanti spettatori a immedesimarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.