"Viviamo in un mondo crespuscolare". Se a questa frase avete risposto con "Nessun amico al tramonto", significa che anche voi non avete resistito a vedere il film-evento dell'anno. Con il suo Tenet, Christopher Nolan torna a giocare con un concetto di tempo diverso da quello che conosciamo. Un "pallino" quello del regista che ricorre nei suoi film e che anche stavolta ha portato al cinema milioni di spettatori (nella prima settimana ha raccolto oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo).
Rispetto ai precedenti, questa volta non si esce dalla sala con la sensazione di non aver capito granché. Anzi, i dialoghi sono forse fin troppo didascalici e a ogni scena "invertita" corrisponde uno "spiegone" che aiuta lo spettatore ad orientarsi. Anche i fenomeni fisici non di immediata comprensione vengono presentati in modo da sembrar quantomeno plausibili.
Ma è solo qualche ora dopo la visione che vengono i dubbi, che i fili sparsi qui e lì si collegano. Per notare alcuni dettagli c'è bisogno addirittura di vederlo una seconda, anche una terza volta. Ecco quindi una lista di quello che probabilmente non avete notato.
ATTENZIONE: DA QUI IN POI L'ARTICOLO CONTIENE SPOILER
Il quadrato del Sator
Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas. Cinque parole che - se non avete letto recensioni prima di andare al cinema - forse non avrete immediatamente collegato tra di loro. Magari vi siete anche chiesti perché vi sembrassero familiari. La spiegazione è nei libri di storia (e di latino). Si tratta infatti di un'iscrizione latina trovata in molte parti d'Europa. Le più famose sono state rinvenute a Pompei, esattamente il luogo nei dintorni del quale avviene il primo contatto tra Sator e il Protagonista. Le cinque parole formano un perfetto palindromo: la frase è la stessa in qualsiasi verso la si legga. E se messa - appunto - in un quadrato, persino dal basso verso l'alto, da sinistra a destra o con lettura bustrofedica.
Nel film le cinque parole hanno ruoli importanti: Sator è il "villain", il russo che vuol rimettere insieme l'Algoritmo; Arepo è il falsario, motivo della gelosia di Sator e autore del disegno che impedisce a Kat di lasciarlo; Tenet è la missione che muove tutto; Opera è il luogo dove inizia (e finisce?) il film; Rotas è il nome dell'azienda di Sator e in latino significa "ruote", proprio come i tornelli che permettono l'inversione.
La circolarità del tempo
Il significato di questo enigma non ha mai trovato soluzione e nel tempo ha assunto un significato esoterico, magico. Molte teorie lo associano alla circolarità del tempo, un concetto ricorrente in tutto il film. Un tempo circolare, ma anche "intrecciato", proprio come le mani dell'agente che recluta il Protagonista. "Ti do un gesto e una parola, Tenet", dice unendo le dita. E in un'altra scena sir Micheal (cameo di Michael Caine) dice che nella città natale di Sator c'è stata "un'esplosione due settimane fa, il giorno dell'attacco a Kiev".
Quindi la scena iniziale e quella finale si svolgono nello stesso giorno. E - probabilmente - la pietra con cui il Protagonista si cimenta con i proiettili invertiti viene dalla battaglia finale.
Il dettaglio nascosto nel nome del film
Tenet, dicevamo, è la parola palindroma al centro esatto del quadrato magico. Ma è anche l'unione (in inglese) di due Ten. Proprio come i 10 minuti della "tenaglia temporale" all'apice del film.
Il laccetto rosso di Neal
A differenza degli altri, questo dettaglio lo avrete notato di certo: il laccetto rosso sullo zaino di Neal. È inquadrato bene sull'uomo morto per permettere a il Protagonista e Ives di recuperare l'algoritmo e quando i tre si dividono a fine film. Ma lo avete visto anche in un'altra scena: contraddistingue il soldato che ha salvato il Protagonista durante l'attacco all'Opera.
Rosso e blu
Per tutto il film sono due i colori che si rincorrono: rosso e blu. Vi ricorda qualcosa? Sì, proprio come le pillole tra cui deve scegliere Neo. A Matrix Nolan strizza l'occhio in più di un'occasione. Basti pensare alla scena in cui il Protagonsta viene messo al corrente dei materiali invertiti: quel "Sai distinguerli?" rivolto dalla scienziata che gli mostra i due proiettili non può non dare la stessa sensazione de "Il cucchiaio non esiste" pronunciato da Morpheus quando una bambina mostre le sue capacità psichiche.
E, proprio come in Matrix, l'uso del colore è usato magistralmente per identificare le varie sequenze del film: le scene rosse sono sempre "in avanti", quelle blu "al contrario".La colonna sonora
Nolan ha disseminato la pellicola di dettagli non solo visivi. Fondamentale per la riuscita dell'effetto straniante è la colonna sonora. E in particolare quella delle scene in cui il tempo è invertito per cui Ludwig Görranson ha deciso di invertire anche la musica oltre alle immagini e alle parole dei protagonisti.
Il cameo di Nolan
Un dettaglio impossibile da indovinare è il cameo di Nolan. Anche lui, come altri registi da Hitchcock a Tarantino, ha voluto lasciare la sua "firma" con una comparsata. Ma non ponendosi davanti alla macchina da presa. Avete fatto caso a quello strano - e inquietante - respiro che si sente in alcuni momenti e in particolare quando Sator vuol picchiare Kat? Ecco, è stato registrato dal regista stesso.
Di dettagli come
questi ce ne sono altri che non siamo riusciti a identificare. Ma non sono indispensabili per godersi il film: come dice lo stesso Nolan, "l'ignoranza è la nostra arma". E non bisogno "cercare di capirlo", ma "sentirlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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