La terza stagione dell'"Amica geniale" racconta le decisioni che cambiano le vite

Nella serie di Raiuno (in onda dal 6 febbraio) ispirata ai libri di Elena Ferrante

La terza stagione dell'"Amica geniale" racconta le decisioni che cambiano le vite

Chi ama i libri della Ferrante e la serie televisiva che ne è stata tratta, si calerà volentieri anche nella terza stagione dell'Amica geniale in arrivo domenica 6 febbraio sul primo canale, subito dopo Sanremo, per quattro serate. Presa per mano da un regista del calibro di Daniele Luchetti, la fiction rimane fedele alla storia raccontata nei best seller, con qualche piccola libertà ben accettata dall'autrice che ne è peraltro sceneggiatrice. Come recita il titolo del terzo volume Storia di chi fugge e di chi resta, ritroviamo Elena/Lenù e Lila ormai diventate donne, le cui vite si biforcano ulteriormente, anche se rimangono aggrappate al loro fortissimo e ambivalente rapporto di amore/odio: la prima sempre più lontana da Napoli e dal rione squallido in cui è cresciuta diventa una scrittrice, si sposa con il rampollo di un'importante famiglia di intellettuali ma non dimentica l'amore di sempre, Nino.

La seconda resta a Napoli, lascia il marito e l'agiatezza, finisce a usurarsi come operaia a macellare carne, ma non perde il suo spirito ribelle. Nei loro panni ci sono ancora Margherita Mazzucco e Gaia Girace, che con le storie della Ferrante sono diventate grandi, sia sul set che nella vita. A fare da sfondo, ma anche da protagonisti, gli anni '70 carichi della ribellione giovanile. Le protagoniste diventano il simbolo del percorso di emancipazione delle donne, in mezzo al guado tra le tradizioni e le prospettive di affrancamento. «Oggi si fa un uso e abuso di concetti come parità - spiega Lorenzo Mieli (produttore con The Apartment insieme alla Fandango, Fremantle e Wildside) - non li abbiamo trattati in maniera non ideologica, anzi anti ideologica».

Per Luchetti non era semplice ereditare la regia di Saverio Costanzo delle prime due stagioni: «Ho scelto semplicemente di seguire le vite dei personaggi e di far recitare gli attori come se stessero improvvisando. Per il resto siamo rimasti fedeli al romanzo, e ogni volta che ci venivano dei dubbi, andavamo a cercare risposte nel libro, che peraltro - come ben sanno i lettori - non faceva che farci venire altre domande». Aggiunge: «Anche io ho vissuto personalmente le difficili condizioni delle donne, mia madre si è sempre rammaricata che le fosse stato impedito di studiare. Per molto tempo mi sono sentito in colpa per il mio essere maschio e questa regia mi ha fatto capire meglio perché.

La scrittrice ha seguito (sempre ovviamente senza rivelarsi) tutte le fasi della sceneggiatura. «Ci dava spesso dei consigli e chiedeva cambiamenti - dice uno degli sceneggiatori, Francesco Piccolo - in un rapporto di fiducia che si è istaurato fin dall'inizio».

Margherita e Gaia hanno dovuto studiare molto per calarsi in quegli anni turbolenti: «Ne sapevamo poco - dice la prima - Ci ha spiegato tutto il regista e abbiamo letto libri». Per Gaia l'amicizia è complicata come per il suo personaggio, Lila: «Io ho poche amiche, faccio fatica a istaurare rapporti e da quando sono famosa è stato ancora più difficile».

Neppure tra le due protagoniste si è istaurata un'amicizia. «Abbiamo preferito separare lavoro e vita privata». E ora chissà se si rivedranno più visto che nella quarta stagione dovranno lasciare il posto ad attrici più mature.

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