Torna l'"Amica geniale" con un nuovo cognome. Ed è diventata grande

La seconda parte della tetralogia della Ferrante è in arrivo su Raiuno dal 10 febbraio

Torna l'"Amica geniale" con un nuovo cognome. Ed è diventata grande

da Roma

Elena e Lila, la storia continua. E come l'amicizia fra le due inseparabili si articola e si complica, così si sviluppa la serie che fu uno degli eventi della scorsa stagione, dal 10 febbraio per altre quattro serate su Raiuno, on line anche su Raiplay, e nelle sale cinematografiche dal 27 al 29 gennaio. Con i suoi sette milioni di spettatori medi, per uno share medio del 30 per cento, incassato l'apprezzamento del pubblico, della critica e di numerosi mercati stranieri, infatti, L'amica geniale tratta dalla tetralogia bestseller di Elena Ferrante- si ripresenta col sottotitolo Storia del nuovo cognome sperando di fare il bis, al costo di più di 40 milioni di euro. Mentre già certa viene data anche una nuova stagione, tratta dal terzo romanzo. Ma nel frattempo alcune cose sono cambiate.

Identico lo stile del regista Saverio Costanzo: il passo grave e le pensose pause fra una battuta e l'altra dell'assorto copione; l'imperturbabile espressività delle protagoniste Margherita Mazzucco e Gaia Girace; la compiaciuta descrizione pauperistica di un ricostruito rione partenopeo. «Ma se il clima della serie precedente prosegue, anche lo rilancia. osserva il direttore di Raifiction Andreatta- Il chiuso mondo delle due amiche si apre infatti a Napoli, Amalfi, Ischia, Pisa. E con esso si esplorano nuovi temi: le grandi passioni, la scoperta della sessualità, i malsani rapporti familiari e, nel passaggio dagli anni 50 ai 60, le contese di classe. Conseguenza: il fatale allontanamento delle due amiche».

Appena sposata Lila già sente di avere tradito sé stessa; pur immersa negli amati studi, Elena vive insoddisfatta. Il casuale ritrovamento di un vecchio sodale d'infanzia durante una vacanza ad Ischia, le spingerà in due direzioni diverse: Lila diverrà venditrice nell'elegante negozio di scarpe aperto dai Solara, Elena invece andrà a Pisa per frequentare l'università.

Grazie alla cultura, insomma, lei finirà per emanciparsi; nonostante i soldi, invece, l'amica resterà fatalmente indietro. «Ancora una volta tutto nasce dalle pagine della Ferrante, dalle quali abbiamo tratto ogni aspetto del nostro lavoro ci tiene a sottolineare Costanzo- Nella prima serie i nostri personaggi ragionavano, parlavano e agivano secondo la mentalità degli anni '50, in un rione staccato dal resto del mondo.

Ora col passaggio ai '60 la drammaturgia accelera, nell'apertura al mondo esterno l'orizzonte si allarga, e il linguaggio filmico passa da uno stile neorealista ingenuo e didascalico- a un nuovo passo espressivo, anche grazie alla diversa regia, negli episodi quarto e quinto, di Alice Rohrwacher».

Una rottura stilistica intenzionale, dichiarano gli autori: funzionale agli stessi mutamenti descritti dalla Ferrante. «Saverio ha intuito infatti che i due episodi relativi alla vacanza ad Ischia rappresentassero un micro-romanzo a sè, e la conseguente, prima rottura fra le due amiche spiega la regista- E ha pensato che la mia mano differente potesse segnare e sottolineare questa rottura».

Senza fratture stilistiche, però, che rischiassero di disturbare un pubblico, il quale- evidentemente- ha finora gradito proprio lo stile narrativo di Costanzo: «Ma quello stile nasce dal romanzo: è interno alla storia. E dunque cambia con essa». Qualche difficoltà, semmai, l'hanno avuta le due giovani protagoniste: «Siamo cresciute sul set, maturate grazie ai consigli di Saverio e di tutta la troupe osserva Gaia Girace- Il cambio di guida avrebbe potuto disorientarci».

«Ma era anche affine al cambiamento stesso dei nostri personaggi spiega Margherita Mazzucco- Io ad esempio con questa seconda serie ho acquisito una maggiore consapevolezza dei miei mezzi; credo di essere riuscita ad esternare maggiormente i miei sentimenti».

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