"Torno da presidente Usa senza Kevin Spacey, ma lui merita una chance"

L'attrice protagonista di «House of Cards» Da stasera su Sky Atlantic l'ultima stagione

"Torno da presidente Usa senza Kevin Spacey, ma lui merita una chance"
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«Non l'ho più sentito dopo l'incidente, non ho provato a chiamarlo, non mi ha chiamato». Robin Wright racconta il suo rapporto con Kevin Spacey dopo lo scandalo sessuale (accuse di molestie sessuali) che ha portato Netflix a licenziare in tronco l'attore da House of Cards. La serie arriva anche in Italia con la sua sesta e ultima stagione, da stasera in esclusiva per l'Italia su Sky Atlantic alle 21.15, più corta delle precedenti, solo otto, intense puntate (che si possono vedere anche tutte in una sola volta).

«Non ci siamo mai frequentati fuori dal set, non lo conoscevo se non professionalmente e sul lavoro l'ho sempre ammirato, è sempre stato gentile e professionale, non mi ha mai mancato di rispetto ma da allora non l'ho più sentito». Kevin Spacey è stato il secondo accusato, dopo Harvey Weinstein, lo scorso autunno, quando un collega attore, Anthony Rapp, disse di essere stato molestato anni prima, quando aveva solo 14 anni. Seguirono altre accuse da parte di giovani uomini e per Spacey le porte di Hollywood si chiusero con un tonfo. Così, perso Spacey, la sesta stagione e ultima di House of Cards vede un'unica talentuosa protagonista: Claire Underwood, ovvero Robin Wright, che alla fine della quinta stagione aveva giurato come Presidente, dopo le dimissioni del marito Francis.

Cosa è successo dopo lo scandalo?

«Siamo stati ad un passo dal troncare tutto alla fine della quinta stagione. Alla notizia delle molestie abbiamo interrotto le riprese. Andare avanti in quel clima non era possibile, sarebbe stato come onorare qualcosa di sporco».

Però avete cambiato idea.

«Sentivamo che dovevamo qualcosa al pubblico, che i fan avevano diritto a un finale degno di questo nome. Tanto più che alla fine della quinta stagione io avevo giurato da presidente, era già scritto che il mio personaggio avrebbe avuto una rilevanza maggiore».

House of Cards ha fatto la storia della televisione.

«Vero, è stato il primo show a essere fruibile online, tutto e immediatamente. Ha cambiato il paradigma del nostro lavoro, dando al consumatore esattamente quello che vuole quando lo vuole».

È per questo che è tornata a recitare? Prima di House of Cards lei era stata assente da Hollywood per un po'.

«Anche per questo, sì. Ma l'assenza era dovuta soprattutto al fatto che ho cresciuto due ragazzi (i figli nati dal matrimonio con Sean Penn, Dylan 27 anni e Hopper 25), lontano da Hollywood e in una scuola pubblica. Lo rifarei domani».

Ormai sono grandi i suoi ragazzi...

«Sì e così mi sono potuta dedicare di nuovo alla carriera. E' una strana sensazione, hai più tempo per te stessa quando i figli crescono, ma allo stesso tempo la circostanza ti rende triste».

House of Cards dipinge la politica in maniera molto sporca, quanto è realistica?

«Un giorno ho fatto questa domanda a un politico professionista e mi ha risposto che per il 99% la nostra visione è realistica. Ho chiesto se quell' un percento riguardasse l'avvelenamento degli avversari e mi ha risposto che no, che più che altro, nella realtà, una legge di riforma del sistema educativo non viene mai approvata così rapidamente come accade in House of Cards».

Dicono che Hollywood non sia molto diversa.

«Confermo».

Meglio ora o ieri?

«Meglio ora. Sia per Hollywood sia per me. Per Hollywood perché c'è più spazio per le donne e per me perché sono più felice. Sono nel posto migliore della mia vita professionale. C'è voluto un po' di tempo ma ora sento di essere arrivata».

Dopo trent'anni di carriera cosa cerca ora?

«Di lavorare con gente creativa e con una mentalità aperta. Ho trovato questo in House of Cards».

Pensa che Kevin Spacey abbia diritto a una seconda chance?

«Credo che ogni essere umano abbia la capacità e dunque il diritto di redimersi, quindi sì, credo in una seconda possibilità anche per Kevin Spacey».

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