In questi giorni uno dei lati più difficili dell'isolamento a cui siamo tutti costretti riguarda come far passare tempo in casa ai bambini. DeaJunior (canale Sky 623) propone un'offerta ampia e fa spazio a un ritorno d'eccezione, quello di Manuela Blanchard, volto storico di Bim Bum Bam per tredici anni, trasmissione cult per bambini degli anni Ottanta e Novanta. Dopo Yo Yoga, trasmissione che insegna lo yoga ai più piccoli, dal 20 marzo, alle 14.20, arriva +Tai Chi One (già visibile on demand su Sky), il programma che insegna Tai Chi ai più piccoli, da lei condotto dopo 22 anni di assenza dalla tv. Con lei, esperta da sempre di questa antica arte, ci sarà in studio un nuovo puppet, Tino, creato da Jim Henson Company, la casa di produzione dei pupazzi dei Muppets e di Sesame Street.
Torna in tv dopo più di vent'anni.
«Inizialmente ho avuto qualche titubanza. Il Tai Chi è un'arte difficile da trasferire agli adulti, figuriamoci ai bambini. Ma di immensa utilità. Questo mi ha spinto ad accettare».
Com'è riuscita a trovare il linguaggio giusto?
«Sono piccole pillole, utili fino in tenera età. Abbiamo unito delle emozioni a delle posizioni e cerchiamo di incuriosirli con domande del tipo vorreste liberarvi dalla vostra paura?.
A proposito di emozione. Cosa prova in questo ritorno?
«Avevo timore di essere arruginita, ai tempi di Bim Bum Bam ero abituata ad improvvisare otto ore al giorno, qui ho un copione, tempi stabiliti. Ma un'altra leva che mi ha spinto a tornare è il rapporto con i bambini, mi manca molto».
Che ricordo ha di Paolo Bonolis, suo partner di conduzione all'epoca a Bim Bum Bam?
«Abbiamo vinto tre Telegatti in tre anni. Poi nelle alte sfere hanno deciso che questo trio, composto da me, Paolo e Giancarlo Muratori, voce del pupazzo Uan, dovesse subire un'integrazione, con altri conduttori. Non ero d'accordo e gli anni successivi li dedicai a servizi in esterna. Da lì la trasmissione è cambiata e non è arrivato più alcun Telegatto».
Perché oggi, nelle generalista, si dà poco spazio a format per bambini?
«Siamo un popolo che dà poco spazio ai bambini in generale. All'estero ci sono più aree e spazi ad hoc per loro, che sono a tutti gli effetti il seme del futuro.
Un bambino ha bisogno di figure in cui rifugiarsi, anche a livello mediatico. All'epoca di Bim Bum Bam, i bambini si confidavano con noi. Arrivavano otto pacchi di posta a settimana. La tv per bambini è più importante di quanto si creda».
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