Nanni rimane a piedi. La torta è finita. Ora che arriva la notizia, dal sito robertbernocchi.it, che la società cinematografica di Moretti, Sacher Film, ha chiuso l'attività di acquisizione e distribuzione dei film, in rete non sono mancate le ironie legate ai titoli più famosi del regista autarchico che negli anni, oltre alla gestione del cinema romano Nuovo Sacher, aveva messo su un bel catalogo di film di qualità. Come Muffa di Ali Aydin, ultimo titolo distribuito, o Una separazione di Asghar Farhadi, fino a La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli e a Cesare deve morire dei fratelli Taviani.
Dalla Sacher trapela amarezza: «Ormai la situazione del Paese è tale che una distribuzione come la nostra, da sempre orientata alla diffusione di film art house (i cosiddetti d'essai, ndr) che la gente va sempre meno a vedere e che le tv non acquistano più, si ritrova a lavorare più per filantropia che altro».
Più o meno quanto aveva dichiarato pochi giorni fa Domenico Procacci che ha dovuto aprire le porte degli uffici della sua Fandango alla cassa integrazione per cinque dipendenti: «Trattiamo un prodotto che in questo momento attira poca attenzione, il cinema di qualità, e comunque la situazione dell'esercizio, della distribuzione, si è complicata».
La Sacher rinuncerà invece a una consulente preziosa mentre proseguirà l'attività di produzione con il nuovo film di Moretti come sempre molto misterioso. Si sa solo che sarà protagonista una donna.
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