«Tre sorelle», un capolavoro in stile vaudeville

Per quanto riguarda il teatro di Cechov c'è da stupirsi che nessuno abbia mai pensato di radunare in due grandi cicli, da una parte Il Gabbiano e lo Zio Vania e dall'altro le Tre sorelle e il Giardino dei ciliegi. Infatti le tre sorelle Olga, Mascia e Irina interpretate da Fiorenza Pieri, Maria Laura Palmeri e con poetico trasporto da Maria Alberta Navello vivono da parassite nella casa che le ha viste nascere e da cui non riescono ad allontanarsi. Mentre solo il duello mortale che pone fine all'esistenza del barone infelicemente innamorato di Irina, ossia Versinin (interpretato con bella aderenza da Riccardo Ripani) costringe la più sensibile del gruppo ad allontanarsi dal nucleo famigliare ormai compromesso dalla fatale irruzione della morte. Il regista Emiliano Bronzino, che aveva già affrontato Zio Vania, ha giustamente interpretato le Tre sorelle come il vaudeville prescritto dall'autore sfruttando le venature sia ilari che tragiche di cui è disseminato il testo. Ambientato nella terra di nessuno di una dimora di campagna da cui si evade solo a prezzo di non poter più ricominciare la vita. A ben vedere infatti se la coscienza femminile si smarrisce nel dubbio, tutti i protagonisti maschili, con l'unica eccezione del Capitano, impersonato con finezza da Graziano Piazza, sembrano tutti esanimi fantocci esuli da un'esistenza che non hanno saputo vivere.

Lo spettacolo quindi si caratterizza come un catalogo di anime morte che non avendo saputo spiccare il volo si nascondono sotto il mirabile concertato tra poesia e musica stabilito dall'autore.

TRE SORELLE - Milano, Piccolo Teatro Studio Melato.

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