Tutti si chiedono "Quo vado?" Record d'incassi per Zalone

Il film del comico registra il miglior giorno d'esordio di sempre. A Capodanno visto da un milione di italiani

Tutti si chiedono "Quo vado?" Record d'incassi per Zalone

Alla fine Checco Zalone è stata la risposta anche per i tanti che la sera di Capodanno si chiedono da sempre: «'Ndo vado?». Parafrasando così, nei vari dialetti italici, il titolo latino del suo fortunatissimo nuovo film, Quo vado?. Ecco, Zalone ha pensato anche a tutti loro, e con Medusa sono state organizzate centinaia di inedite proiezioni a mezzanotte del 31 dicembre. Tutte affollatissime, come piene sono state le sale che i primi due giorni dell'anno nuovo hanno ospitato Quo vado? diretto sempre dal sodale Gennaro Nunziante.

Complice anche una perturbazione balcanica piena di pioggia, mai così benedetta per via dello smog dei giorni precedenti, i 1300 schermi (un record!) in tutto lo Stivale hanno registrato incassi impressionanti per un film in Italia, con quasi 7 milioni di euro, pari a un milione di biglietti, nelle prime 24 ore di programmazione. Per capire l'entità del fenomeno basta ricordare i precedenti record degli esordi al botteghino con Harry Potter e i doni della morte - Parte II e Spider-Man 3, rispettivamente con 3,2 milioni di euro e 2,8 milioni, e dell'ultimo strombazzato Star Wars con 1,8 milioni.In poche ore, e ancora una volta dopo il precedente Sole a catinelle che è stato il film di sempre più visto al cinema in Italia con quasi 52 milioni di euro di incasso e con 8 milioni di spettatori (una cifra maggiore di Avatar che però con il sovrapprezzo del 3D ha ottenuto 65 milioni di euro), il film di Zalone si è trasformato nel film evento, l'unico da andare a vedere al cinema. Con tanti soldi a catinelle.

E se il suo produttore storico, Pietro Valsecchi (con Medusa), giustamente gongola, gli esercenti, fiutato l'affare, un po' ci hanno marciato visto il costo del biglietto medio di Quo vado? superiore ai 7 euro, uno in più del normale. Ci sono cinema che hanno abolito tutti gli sconti, anche per gli anziani, mentre altri lo hanno definito, filologicamente, un «Top Film» vendendolo a 10 euro. Di questo passo è probabile che Quo vado? riesca a raggiungere, se non a superare, il suo stesso record precedente. Intanto rimane il fatto che ha polverizzato i cinepanettoni, incassando in un giorno praticamente quanto Vacanze ai Caraibi o Natale col boss in due settimane. Insomma in Quo vado? si ironizza molto sul mito italico del posto fisso che però consente a Zalone di rimane ancorato all'incasso fisso. Complice anche una campagna marketing apparentemente di basso profilo - Zalone è stato chiuso nell'armadio per due anni e non lo si è visto da nessuna parte - con il comico e cantante che negli ultimi giorni si è esibito in due sole ospitate Rai, da Fabio Fazio e da Massimo Giletti, e una volta al Tg5. Poi la scelta di non far vedere neanche un'immagine della pellicola, con trailer costruiti su sketch inediti.

Con uno in particolare, paradossalmente perfetto per il pubblico delle signore di Raiuno di Giletti, che finiva così: «Dovete convincere i vostri mariti a darvi una botta. Sta tutto lì». Un trionfo. E c'è poco da fare ironie sulle qualità cinematografiche di Quo vado?. In un periodo in cui le paure vengono malamente rievocate anche dai botti di Capodanno, come a Napoli con la «bomba di Parigi» che non fa ridere per niente, ecco che agli italiani rimane solo il Checco nazionale per cercare di evadere dal quotidiano in maniera spensierata. Anche se poi, alla fine, arriva sempre il colpo di coda zaloniano che dimostra come sia lui a essere il più ancorato alla nostra contemporaneità. Zalone e Nunziante mettono in scena, con il perfetto interrogativo del titolo, tutte le inquietudini da esorcizzare di un popolo che vede cadere molte delle certezze d'un tempo, come il posto fisso. Oltretutto Zalone si diverte a sfotticchiare Renzi perché racconta proprio dei destini dei dipendenti delle province recentemente abolite. Un tempo in cui nemmeno il posto statale è più sicuro.

Ogni spettatore dunque condivide la domanda quasi esistenziale: Quo vado?. Un interrogativo che accomuna tutti, i quarantenni a partita Iva e i loro genitori che hanno visto sfumare la tranquillità lavorativa per i loro figli. Ed è curioso constatare che sia proprio quello con Zalone uno dei pochissimi film italiani in cui si parla di lavoro, di famiglia allargata, di cervelli in fuga, di ricercatori Il tutto raccontato come se fossimo in un Erasmus o un Interrail dell'italiano medio oggi. Con una scrittura delle gag e dei momenti comici molto complessa e profonda che riesce a far divertire tutto il pubblico, da quello dei bambini a quello degli anziani. Per ognuno c'è una battuta comprensibile con cui riconoscersi.

La nuova attitudine di Zalone è proprio questa, di allargare il più possibile l'età del suo pubblico. E alcune scelte un po' troppo «buoniste», rispetto alla cattiveria portata alle estreme conseguenze a cui ci aveva abituati, sono lì a dimostrarlo. E a premiarlo.

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