In tv torna l'incubo della Blue whale: tra i giovani arriva Panic

Fatti di cronaca e finzione televisiva: Panic è la nuova serie tv di Amazon Prime Video che ricorda lo spettro della Blue whale, ma il risultato è qualcosa di estremamente diverso

In tv torna l'incubo della Blue whale: tra i giovani arriva Panic

Una sfida all’ultimo sangue. Una competizione ai limiti dell’assurdo e dell’illegalità. Un montepremi di 50mila dollari. Il brivido dell’adrenalina. La paura di morire. Il ritratto di una gioventù dissipata. Questi sono gli ingredienti di Panic, nuova serie tv di Amazon Prime Video, disponibile in Italia dal 28 maggio con i 10 episodi che compongono la prima stagione. Una storia che miscela fatti di cronaca nera realmente accaduti - che anche in Italia hanno sconvolto l’opinione pubblica - e alla pura fiction televisiva, raccontando il disagio dell’adolescenza e quel difficile cammino verso l’età adulta.

Panic è ispirato a un omonimo romanzo del 2014 di Lauren Oliver, autrice americana molto conosciuta tra i più giovani, e mette in scena il più classico dei teen-drama, evidenziando le paturnie e i problemi di una generazione alla continua ricerca di se stessa. La serie tv funziona, nella sua completezza, ma traspare un ritratto edulcorato di un gruppo di giovani che vuole crescere troppo in fretta. Inoltre, spunta tra le righe lo spettro della Blue whale e di quelle "sfide" di morte che corrono veloci sui social, ma che nella serie tv non fanno così paura come nella realtà. Qui è solo la componente aggiuntiva di una storia coinvolgente ma che non buca lo schermo.

47 ragazzi che "sfidano" la vita: ecco di cosa parla la serie tv

C’è una tradizione nella piccola città di Carp, nel cuore desolato e polveroso del Texas. Panic è una competizione illegale che si svolge tutti gli anni nell’estate successiva al diploma, in un cui un gruppo di ragazzi si sfida per vincere un lauto montepremi che potrebbe permettere loro di lasciare la città una volta per tutte. Le prove di Panic sono sfide al limite del possibile, che spingono i giovani a combattere i propri limiti e le proprie paure. La morte dei due figli dello sceriffo getta un’ombra nera sulla competizione. La polizia un anno dopo brancola ancora nel buio, cercando di scoprire quali siano le vere intenzioni di Panic. Mentre prende forma una nuova sfida che si preannuncia ancora più pericolosa.

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La storia si sofferna su Heather (Olivia Welch) che per caso si ritrova a prendere parte al gioco. La ragazza che vive ai margini della piccolo centro texano, per sfuggire da una madre assente si lascia coinvolgere nella competizione da Natalie (Jessica Sula), la sua unica migliore amica. Durante il "gioco" si invaghisce di Ray Hall (Ray Nicholson, figlio di Jack Nicholson) che non partecipa al Panic ma segue la gara come spettatore. E poi c’è il misterioso Dodge (Mike Faist), ultimo arrivato a Carp, che decide di partecipare al Panic solo per sentirsi vivo e fuggire da un tremendo vuoto esistenziale. Tra una prova e un’altra, tutti i ragazzi si troveranno di fronte a una scelta: vivere e sognare in grande, o morire per una causa ingiusta?

Dai casi di cronaca alla serie tv. Panic è la serie che ricorda la Blue whale

Si parla del "gioco dell’orrore" già nel 2017. Un "gioco" fatto di 50 regole e di riti di iniziazione che interessano maggiormente gli adolescenti, ritenuti i più deboli e i più corruttibili. La Blue whale è un "gioco" che corre tra i fili del network, che si nasconde tra un profilo social e un altro. Una moda mortale che ha scosso anche l’opinione pubblica di quasi tutto il mondo.

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La cronaca e i fatti realmente accaduti in Panic diventano una serie tv che, barbaramente, svela i risvolti psicologici e sociali dietro le sfida della morte. Lo show non si sofferma però sulle vere motivazioni di questo gioco e sul perché i giovani si spingono così oltre pur di fuggire dalla città di Carp, regala solo una spiegazione banale e per nulla convincente. Apre più che altro una parentesi sulla gioventù di oggi, presa da social network, droga e alcol, disposta a tutto pur di far avverare i propri sogni. Arrivando a ingannare e… persino ad uccidere.

Ma all’orizzonte non c’è nulla di nuovo

Un sottotesto attualissimo quello di Panic e che riflette molto sulla socialità dei più giovani, spinti sempre e comunque ad estremizzare i loro vizi e le loro virtù, eppure nonostante le buone intenzioni, la serie di Amazon non innova il genere e non regala al pubblico un prodotto unico. È una serie molto simile ad altre che sono passate già sul piccolo schermo. Si torna a parlare di adolescenti, di amori, di sogni, di voglia di vivere, ma il racconto non va oltre, si focalizza sempre sugli stessi argomenti senza un nuovo punto di vista sulla questione. Quel gioco di morte è solo il motore della vicenda, fa da sfondo per dare agio alla serie di focalizzarsi sulla solita generazione di ragazzi che è povera di valori.

Il libro prima della serie tv. Lauren Oliver regina dei racconti young-adult

Pubblicato negli Usa nel 2014, il romanzo di Lauren Oliver arriva qui in Italia solo nel 2016 e oggi è disponibile in una nuova versione con in copertina la locandina ufficiale della serie tv. Il libro, come sempre, ha una marcia in più rispetto allo show di Amazon Prime, dato che la penna dell’autrice è stata ben salda nel focalizzare l’attenzione sulla complicanze e sui pericoli del gioco, invece che dare spazio alle sole storie personali dei protagonisti. C’è da dire, però, che Panic non è il testo migliore della celebre scrittrice.

Ben più articolata è la trilogia Delirium, in cui i protagonisti si muovono in una realtà distopica dove è impossibile amare. Il libro, celebre qui in Italia, nel 2013 sarebbe dovuto diventare una serie tv. Ma in America la rete della FOX ha deciso di non regalare fiducia al progetto.

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