Valeria Graci: "Ecco dove inizia la mia rinascita"

Dopo un periodo complicato della sua vita privata, Valeria Graci ha messo un punto ed ora ricomincia da sè. Tanti impegni all'orizzonte come ci racconta in questa lunga intervista a cuore aperto. A cominciare dal Festival di Castrocaro insieme a Paola Perego con cui ha vissuto un'esperienza tutta da ridere.

Valeria Graci: "Ecco dove inizia la mia rinascita"

È felicissima Valeria Graci, e la prima cosa che racconta nella nostra chiacchierata telefonica, è la sua gioia nei confronti della sua amica Manila Nazzaro, prossima concorrente del Grande Fratello Vip. “Ci abbiamo sperato tanto - dice - e quando è arrivata la conferma, ho gioito. Non vedo l’ora di vederla, e farò un grande tifo per lei”. Ma questo non è l’unico motivo della sua allegria. Dopo un periodo difficile dovuto ad una separazione problematica, ora è rinata. È tornata ad abitare a Milano dove è nata, e questo autunno l’attendono grandi sfide. A cominciare dalla sua partecipazione: “Come disturbatrice” dice ridendo, alla kermesse musicale di Castrocaro, presentata da Paola Perego. E poi ancora a Striscia la Notizia, e a novembre sul palco di Zelig. Tanti impegni, anche se il più importante, è quello con suo figlio Pierluigi che adora. A parte quando incendia palline da ping pong.

Ho letto sul suo status di WhatsApp: “Mamma, diva e sognatrice, mai nello stesso ordine!”. In che ordine sono in questo momento della sua vita?

“Proprio ora mamma, perché sono seduta su una panchina ad aspettare di “morire” fino alle 7 di questa sera, quando poi “Pigi” andrà a giocare a calcio. Questa sera invece sarò più diva, perché ho una cena di lavoro. E poi domani mattina, sognatrice. Anche se in realtà lo sono un po’ sempre”.

Essere una sognatrice quanto l’ha aiutata nella vita, e quanto invece l’ha danneggiata?

“Sono da sempre stata una sognatrice. Ho due genitori, soprattutto mio padre, che mi ha trasmesso il valore del sogno, del desiderio, e anche dell’attesa. Anche se di carattere sono poco paziente. Mi sono sempre drogata di sogni, nel vero senso della parola, a differenza di tante altre persone che magari nel corso della vita, si sono perse dietro ad altre droghe reali. È stato un bene, soprattutto all’inizio della carriera. Poi meno. Non dico male, ma a volte mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, perché quando cresci, diventi più consapevole delle tue capacità, del tuo lavoro, e della tua stessa vita, e questo ti porta ad essere un po’ più disillusa. Diciamo che nei rapporti umani, nell’amore, e anche un po’ in certe amicizie, ho imparato a sognare meno. Però in generale non bisogna mai smettere, perché le cose possono capitare anche quando meno te lo aspetti. Ed è proprio lì che la vita ti sorprende”.

Come mai chiama suo figlio Pigio?

“È il diminutivo di Pierluigi, ma io lo chiamo in tanti altri modi, Bigio, Picchio, amore, e quando mi fa arrabbiare con nome e cognome. Come l’altro giorno che siamo finiti al pronto soccorso”.

Cosa è successo?

“Ha pensato bene di fare un esperimento in casa, in un momento in cui ero in un’altra stanza. Perché chi è genitore lo sa, che te la fanno sempre sotto il naso. Ha dato fuoco ad una pallina da ping pong, per vedere che effetto faceva. Gliene ho dette di tutti i colori. Non solo ha bruciato un pezzo della mia camicia nuova, ma soprattutto ha pensato di spegnere la pallina con il piede, procurandosi una bruciatura che poi è diventata una piaga. Ma non solo, per paura che io mi arrabbiassi, come poi ho fatto, non mi ha detto niente per due giorni, e ha nascosto tutto. Quando mi sono resa conto che quella che mi sembrava una vescica da scarpe era qualcosa di più, ho chiamato il mitico dott. Piero Biondi. Lo segue da quando è nato, e mi ha detto di andare a Pronto Soccorso. Ho passato mezz’ora di paura, anche se non nego che un po’ mi veniva anche da ridere. Lui però si è parecchio spaventato, anche perché ho ingigantito la cosa per dargli una lezione. Quindi ora, che per fortuna si è concluso tutto bene, per fargli capire quanto è importante non giocare con il fuoco, andremo a portare giochi e vestiti agli sfollati del grattacielo di Milano. Voglio fargli vedere questo enorme palazzo bruciato, affinché si renda conto che gli incidenti possono succedere anche per delle sciocchezze”.

Lei che mamma è?

“Molto severa, me ne rendo conto. Sono esigente, a volte anche troppo. Però se semini bene, raccogli bene. Io sono grata ai miei genitori, che seppur separati e con tutti gli errori che possono aver commesso, hanno fatto di me una brava persona. Non perfetta, ma perbene. E se anche mio figlio lo diventerà, allora vuol dire che il mio lavoro l’ho fatto bene. Quest’estate ho gongolato perché mi hanno fatto molti complimenti, dicendomi che avevo un figlio educato e rispettoso. E poi lui che fa? Torna a casa e mi brucia la pallina! In realtà ha 10 anni, ed è un maschio di questa generazione, quindi è anche complicato pretendere determinate cose. Farà le sue scelte, i suoi errori, ma la cosa fondamentale è che diventi un uomo perbene”.

Le è rimasta proprio impressa questa pallina che ha incendiato…

“Perché non me lo aspettavo. Ho una chat con le mie amiche storiche e ho condiviso subito questa cosa con loro. Tra i vari: 'Io lo avrei strozzato', 'Gliene avrei dette di tutti i colori', una mia amica ha scritto: 'Ma perché hanno questa mania del fuoco? Anche mio figlio è sempre stato attratto da candele e accendini'. Alla fine però, quando ci siamo ricordate cosa combinavamo noi alla loro età, li abbiamo riabilitati. Per fortuna questo episodio è passato senza lasciare troppe conseguenze”.

Avere un figlio maschio è una grossa responsabilità, visti i fatti di cronaca di violenza sulle donne. Si è posta il problema o è ancora presto vista l’età di Pierluigi?

“Ho sempre cercato di trasmettere a mio figlio, il valore del rispetto per sé e per le altre persone, che siano donna o uomini. Non faccio mai pesare il fatto che ci sono molte donne vittime di violenza, dico sempre che ci sono anche uomini, bambini e anziani che subiscono maltrattamenti. In questo devo riconoscere che Pierluigi è molto attento. Forse anche un po’ per esperienza personale che ha subodorato, (Valeria ha raccontato per la prima volta a Verissimo di aver subito violenza psicologica dall’ex marito ndr), ma anche perché partecipo attivamente a molte conferenze di varia associazioni su questo tema. Questo ha fatto sì che mi ponessi una domanda fondamentale, quando anni fa sono andata in analisi. Al medico ho proprio chiesto cosa avrei dovuto trasmettere a mio figlio, affinché potesse diventare un uomo migliore dell’esempio che ha avuto, o di quello che vediamo con la cronaca tutti i giorni. Secondo me è un problema di cultura. Non si tratta soltanto di leggi o sanzioni, finché ci saranno uomini che continuano a trattare male le donne, che per paura non si ribellano, questi penseranno che sia giusto così. E tutti i bambini che cresceranno con questo esempio, lo seeguiranno. Vale per tutti donne, uomini, omosessuali e violenza di qualsiasi genere”.

Rimanendo su questo tema, lei che ha subito violenza psicologica, come è riuscita a reagire?

“Non è stato un percorso fatto in un giorno. Ci vogliono anni e anche di tanti dubbi, che a volte servono per fare chiarezza. Sembra un controsenso, ma in realtà per me è stato così. Ho una famiglia che mi è stata molto vicina, delle amiche che hanno fatto rete, tappeto e spesso anche cuscino, in momenti dove mi sembrava impossibile arrivare a fine giornata. Manila Nazzaro ad esempio, è stata una presenza fondamentale nella mia vita. Con il suo modo a volte leggero ma anche pungente di scherzare, dice sempre grandi verità. L’ho conosciuta pochi mesi prima che mi separassi, (conducevano insieme un programma radiofonico su RadioZeta ndr), stavo già vivendo un disastro interiore, ed è stata la compagna, la spalla, l’amica che ha saputo darmi forza nei momenti in cui la parola forza, neanche sapevo cosa volesse dire. Lei mi diceva sempre: 'Non ti dimenticare che tu ce la farai. Sei Valeria Graci, la mamma di Pierluigi, ma anche una donna forte. Non perdere mai di vista questo obiettivo'. Me lo ripeteva tutti i giorni, e ridendo e scherzando ci siamo fatte forza a vicenda. Devo molto a Manila, perché in quel periodo c’è stata sempre. Non si è mai sottratta. Lei come molte altre. Per rispondere alla domanda, diciamo che la forza te la danno le amiche, la famiglia e anche un po’ il tuo carattere. Non nego di aver avuto paura, ma ad un certo punto ho provato a vincerla, perché peggio di quello cosa può esserci?”

In effetti si parla molto di violenza fisica, ma forse poco di quella psicologica, che è anche molto complicata da dimostrare.

“Per fortuna, e voglio sottolinearlo, non ho subito violenza fisica, ma psicologica. Questa nasconde tanta fragilità e ignoranza. È un po’ come quando in una litigata vince chi urla più forte. Non funziona così. Bisogna dare un senso, anche quando ci si manda a quel paese”.

Come sta ora? Crede ancora nell’amore?

“Ci credo sempre, perché non può esserci un solo amore nella vita. Se sei una sognatrice non puoi smettere di farlo, e di credere nei sentimenti, perché l’amore può essere sempre dietro l’angolo. Bisogna essere aperti alla vita e alle cose belle che ci possono capitare. Io sono in un momento di rinascita molto importante. Sono tornata a Milano, ho lasciato Roma per sempre, e ho chiuso un cerchio della mia vita. Ho messo un punto ad un periodo che è stato faticoso e doloroso, ma che è servito. Sarò sempre grata peer tutto quello che ho vissuto, e a tutte le persone, belle o brutte, che ho incontrato in questi anni. Il dolore, se sei capace di trasformarlo, ti forma e ti insegna. Ho anche ricominciato a correre. Ho un allenatore pazzesco, Matteo, che fa impazzire tutte. Spesso pensano che io abbia una storia segreta con lui, ma è solo un amico e un grande motivatore. Anche ora che sono a Milano mi sta dando una grande mano, e tutte le mattine mi manda un messaggio, esortandomi a prendermi cura di me. Mi fa stare tanto bene questo. Ieri sono arrivata di corsa al parco di Porta Venezia, dove sono nata e cresciuta, e gli ho mandato un messaggio dove ho scritto: ‘Matteo, ce l’ho fatta. Sono qui e sono tornata a vivere’”.

Anche lavorativamente ha ricominciato a correre. Sarà a Castrocaro, poi nuovamente a Striscia la Notizia e Zelig. Oltre che alla radio. Ma come fa a fare tutto?

“Sono in radio il sabato e la domenica insieme a Charlie Gnocchi e Alessandro Greco. Tutto il giorno corro da una parte all’altra ma sono felice. Paradossalmente mi sembra di vivere un déjà vu. Lo raccontavo tempo fa ad Alessio Tagliento, un autore di Zelig. Sono andata via da Milano facendo l’ultima puntata di Zelig, e adesso sono tornata e Zelig ricomincia con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada, la vera anima del programma, nulla togliendo agli altri. Sono davvero entusiasta, ho mandato un messaggio a Claudio e a Vanessa dicendo loro che non vedevo l’ora di tornare su quel palco a ridere come pazzi, come facevamo dieci anni fa”.

Poi c’è Castrocaro la bellissima vetrina musicale, presentata da Paola Perego. Cosa farà su quel palco?

“La disturbatrice. Rompo le scatole alla Perego. Ho conosciuto Paola due anni, fa durante una puntata di Stasera tutto è possibile, ed è nato tra noi questo amore davanti ad un bicchiere di vino. Siamo scoppiate a ridere come fanno le amiche che si conoscono da una vita, invece ci eravamo appena incontrate. Quella sera ci siamo ripromesse di lavorare insieme alla prima occasione, che è stata appunto Castrocaro. Lei mi ha voluta e io sono andata. Mi ha detto una cosa pazzesca, per un personaggio conosciuto e di grande fama come lei: 'Fai di me quello che vuoi'. Avere carta bianca significa veramente tanto".

Forse perché è un’artista di cui ci si può fidare?

“Ho lavorato in tante trasmissioni e spesso sono stata bloccata perché dovevo attenermi assolutamente al copione. Invece arrivare a Castrocaro e sentirmi libera, ha fatto vivere a me e Paola un’esperienza incredibile, che si vedrà durante lo show. Ci siamo divertite tanto, e a volte il problema era proprio quello, che ci guardavamo e scoppiavamo a ridere”.

Anche a Striscia la Notizia mi sembra si sia trovata molto bene.

“È stata una fase molto fortunata della mia vita. Tutto è iniziato con una telefonata di Antonio Ricci. Pensavo ad uno scherzo, perché mi sembrava impossibile che il giorno dopo la mia prima apparizione lui mi chiamasse dicendomi: “Ma tu da dove sei uscita?”. Detto da una persona come lui è quasi un Oscar”.

Ha fatto tanto cose, cosa le piacerebbe ancora sperimentare?

“Una parte importante in un film. Ho fatto cinema, ho anche un film in uscita a gennaio, ma sempre piccole parti, seppur con grandi attori. Mi viene in mente che all’inizio della carriera quando raccontavo a mia madre questo desiderio, mi ricordava che avevo recitato con Alessandro Gassman con Proietti, con Salemme e che non potevo ambire di più in quel momento. Ora però vorrei avere ruoli più importanti, che per un attore sono fondamentali, perché ti cambiano la vita e la carriera. Sono sicura che arriverà. Non so ancora come e in che modo, ma arriverà. Quindi aspetto e mi apro alla vita. Nel mondo dello spettacolo ho fatto molte cose ma non mi sono mai specializzata come altri comici hanno fatto. Da una parte è un bene, ma dall’altra in Italia c’è questo atteggiamento ad incasellarti in qualcosa, altrimenti non ti identificano. Ho un’amica americana che lavora nel mondo del cinema, e mi dice spesso che lì io sfonderei, perché sono poliedrica. So recitare, presentare, fare la comica e anche parti drammatiche. Però in Italia, come dicevo, è diverso”.

Lei è amica di molte persone del mondo dello spettacolo. Ha parlato di Manila Nazzaro, di Paola Perego. Possiamo sfatare il mito che nel mondo dello spettacolo non esiste amicizia, oppure le sue sono perle rare?

“Sulla base dell’esperienza che ho avuto, le mie amiche storiche sono quelle che ho da 25 anni, con cui andavo a scuola e che non lavorano nel mondo dello spettacolo. Poi all’interno del mio lavoro ho delle colleghe che con il tempo sono diventate amiche. Come appunto Manila Nazzaro, Barbara Foria, Simona Borioni e anche altre. Però è raro trovare colleghe che vivano veramente il tuo successo, perché le amiche che fanno il tuo stesso mestiere, si riconoscono nel momento del successo. Quando fallisci sono in molte a gioire. Quando invece hai successo, poche sono quelle che ti chiamano e ti dicono brava. Quindi in realtà è proprio lì che vedi la differenza. Io sono una persona molto diplomatica e non racconto mai determinate cose, non faccio mai nomi di nessuno, però il tempo aiuta molto a capire le cose, e le persone”.

Dopo tutto quello che ha vissuto di cosa ha paura ora?

“La mia paura più grande è quella che possa succedere qualcosa alle persone a cui voglio bene, mio figlio, i miei genitori. Mi interrogo spesso su questo. Da mamma purtroppo le paure ci saranno sempre, soprattutto ora che sta crescendo. Fino a che sono piccoli li metti nel passeggino e li porti al parco, ma ora che crescono la cosa è diversa.

A parte la pallina incendiata, tra un po’ Pierluigi mi chiederà il motorino o di uscire da solo, e io già mi sento male. Un’altra cosa che mi fa molto paura è la droga. Ho proprio orrore delle persone che le usano, perché per me è una cosa da deboli”.

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