Vasco diventò rock per «Colpa d'Alfredo» (e di una sera da dj...)

Vasco diventò rock per «Colpa d'Alfredo» (e di una sera da dj...)

Uno storico videoclip dei Red Hot Chili Peppers, Scar Tissue, ha come protagonisti i quattro musicisti californiani a bordo di un'auto nel deserto, placidamente lanciata verso un caldo tramonto. Su quell'auto, Anthony Kiedis e soci sono ricoperti di lividi e tumefazioni. Bene, è ora che qualcuno dica alla banda che non hanno inventato nulla. Perché prima di loro, quarant'anni fa, Vasco Rossi il suo occhio pesto lo aveva scelto e mostrato al mondo, e fosse stato per lui sarebbe pure finito in copertina. Poi, per «un colpo di mano del discografico Mario Rapallo» (etichetta indipendente era la Targa), l'immagine finì sul retro, a vantaggio di una foto di Vasco di spalle. Ma il messaggio era chiaro: il rock che ascolterete qui dentro è senza filtri, senza compromessi, ed è pronto a rifilarvi salutari schiaffoni.
Ora, quella foto scattata da Mauro Balletti - si riconquista il posto che meritava nel 1980 e fa bella mostra di sé nell'edizione di Colpa d'Alfredo della collana celebrativa della Sony Music. Disponibile dal 27 novembre, la riedizione del terzo album che segnò la conversione di Vasco dal cantautorato al rock è corredata di chicche, per un progetto in collaborazione con Chiaroscuro Creative, da sempre legata ai progetti editoriali del Blasco nazionale. La scelta parte da un cofanetto Deluxe in edizione limitata con libro-intervista curato da Marco Mangiarotti, foto, 33 giri vinile originale, 45 giri vinile originale di Non l'hai mica capito/Asilo Republic, cd in versione vinyl replica, musicassetta, gadget (maschera di cartone col viso pesto di Vasco) e QR Code per scaricare il videoclip d'animazione di Anima Fragile (da ieri in onda su YouTube), realizzato dal regista Arturo su disegni di Rosanna Mezzanotte e animazioni di Tommaso Arosio e Matteo Manzini. Le altre due scelte sono il cd e il classico Lp rimasterizzato. E se le note e le liriche di Vasco sono ormai patrimonio consolidato di una platea devota al proprio artista monumento, i ricordi e gli aneddoti citati dallo stesso Vasco e da coloro che con lui collaborarono sono il «plus» inestimabile.

«In questo disco spiega Maurizio Biancani, che ha lavorato a suono e rimasterizzazione dell'album Vasco cambia sound, passando dal cantautorato e dagli influssi progressive al rock diretto, quello che ascoltava in quegli anni, dagli Stones ai Clash. Brani come Sensazioni forti e Asilo Republic stanno lì a dirlo. Rimettendo mano al suono, ho voluto rimarcare la potenza delle chitarre. Il rock deve essere così: inquietare e disturbare». Tra i ricordi di Vasco emergono storie di ieri che, per restare in tema, lasciano i lividi all'oggi: ad esempio, parlando del testo di Colpa d'Alfredo, Vasco fa intendere che, fosse uscito con etichetta major, sarebbe stato censurato. I versi i conoscono tutti: oggi i tribunali del Politicamente Corretto scatenerebbero un inferno, con tanto di roghi di dischi. Ma Vasco la spiega così: «È la Febbre del sabato sera padano, una nottata in discoteca dove si andava per cercare la femmina. Facevo il dj, avevo già preso accordi con una tipa che era passata per chiedermi di mettere una canzone.

A fine serata mentre la gente usciva ho visto lei con un mio amico, il più carino del locale. Si chiamava Santino Sottile, l'ho cambiato con è andata a casa con il negro la troia. Fu la gran fortuna del pezzo». Le radio libere milanesi cominciarono a mandare il pezzo, e i concerti si trasformarono in tournée.

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