Roma - Secondo Giordano Bruno Guerri, D'Annunzio appartiene a quella ristretta élite di italiani che hanno saputo guidare la propria vita attraverso i propri sogni. Insomma il Vate è la figura archetipica dell'avventuriero intellettuale, sintesi completa di quanti (da Cagliostro a Casnova, da Cellini a Nievo) hanno fatto della propria vita un'opera d'arte, influenzando così tante generazioni di epigoni. Ecco perché portare la «vita» di D'Annunzio sul palcoscenico è senza dubbio un atto intellettuale raffinato, pur restando sempre molto affascinante e quindi spettacolare. Ed è da qui che sono partiti il regista Francesco Sala e l'attore Edoardo Sylos Labini per confezionare Gabriele D'Annunzio tra amori e battaglie, lo spettacolo che ha debuttato (felicemente) a Chieti e Catania prima di approdare nella cornice del Teatro Nazionale di Roma (dal prossimo 21 febbraio).
Ispirato alla biografia dell'eroe di Fiume, lo spettacolo traccia la vita dell'artista scandita dal succedersi di amori, passioni, infedeltà, avventure politiche e mondane, autentiche provocazioni poetiche vissute sempre con vittorioso clamore. E rivissute attraverso il filtro critico di Guerri che con il suo D'Annunzio. L'amante guerriero (Mondadori) ha fatto da humus ispiratore della messa in scena. «Per il centenario di Pascoli - spiega Guerri, chiamato come consulente dallo stesso Sylos Labini per la drammaturgia della pièce - è stato fatto il santino del poeta buono e bello, lo stesso per Giuseppe Verdi, mentre D'Annunzio continua a suscitare dibatti, polemiche, liti. E questo è un segno della sua modernità». Guerri, che è tra l'altro presidente della fondazione Il Vittoriale degli Italiani, ha dedicato al Vate un nuovo saggio (La mia vita carnale, in uscita per Mondadori il 25 febbraio) basato sul diario tuttora inedito della governante Amelie Mazoyer. «Il fascismo ha usato riti, miti e modi di D'Annunzio dal me ne frego al discorso sul balcone, ma il vero D'Annunzio è quello libertario e rivoluzionario di Fiume - precisa Guerri -. Quello che scrive la Carta del Carnaro in cui elabora il diritto di voto alle donne. E pur tuttavia c'è ancora chi lo considera un decadente».
In scena oltre a Sylos Labini, ci saranno anche Viola Pornaro (Duse), Giorgia Sinicorni (Amelie), Silvia Siravo (Luisa Baccara) e la debuttante Alice Viglioglia (Maria Hardouin). Sul palcoscenico anche il dj Antonello Aprea con il quale Sylos Labini sperimenta da dieci anni la formula del «disco teatro». Questa volta sarà proposta un'insolita versione elettronica de La pioggia nel pineto mixata con le arie wagneriane.
Lo spettacolo - prodotto da Rg Produzioni all'interno delle iniziative de Il Vittoriale degli Italiani per l'anniversario della nascita di D'Annunzio - approderà al teatro Manzoni di Milano, il 20 marzo, e a fine tournèe diventerà un ebook con spezzoni video, foto di scena e bozzetti originali.L'anno dannunziano si concluderà nel più prestigioso dei modi visto che per la prima volta il Salone del libro di Torino sarà dedicato a un autore e non alla cultura di una nazione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.