È un video capovolto. Divismo ad "Announo" impegno a "X Factor"

I cantanti sono i veri opinionisti, mentre i ragazzi della Innocenzi si esibiscono come (mini)star. La meritocrazia? Tutta nel talent

X Factor, Morgan e i Komminuet
X Factor, Morgan e i Komminuet

Ha due orecchini, quattro catene al collo, sei-sette braccialetti, nome cognome e soprannome e parla dentro il microfono tenuto orizzontale alla maniera dei rapper. Giuseppe «Stima» Baldo, rapper lo è sul serio (il rap ormai è ovunque come la rucola negli anni '90). Ma è anche disoccupato, incazzato, impegnato nelle occupazioni delle case a Milano, nonostante la t-shirt firmata che fa tendenza. «Ci accusano di non aver più sogni... A proposito, il mio disco si chiama Dreams , sogni...», fa sapere.

Benvenuti al talent show del giovedì sera. Quello sbagliato, però. Perché, diversamente da come sembra, non siamo a X Factor ma ad Announo su La7. Del resto si fa presto a sbagliare. Canale 107 del telecomando il format di Giulia «Sotuttoio» Innocenzi, canale 108 lo show psichedelico di Morgan e soci. Sembra una cosa da poco, un tasto di differenza e sempre giovani in primo piano. Certi giudizi che si ascoltano nel talent musicale sembrano perfetti per quello politico e viceversa. Ormai i talent dei giovani con i giovani e per i giovani sono un genere, un territorio, un'area di ricerca. Una prova di laurea per conduttori. La matrice ce l'ha Maria De Filippi, una griffe, una garanzia. Tanto che cantanti e ballerini che colà si formano (in passato lezioni di Aldo Busi, in futuro di Roberto Saviano) e cercano il successo, si definiscono Amici di ...

Il derby del giovedì sera però è un'altra storia. Non solo una sfida di audience: Announo in caduta libera sotto il 3,5 per cento, X Factor in una pay tv abbondantemente sopra il 4 e in costante crescita. Anche una gara per il primato nelle tendenze e nei fenomeni di costume. Per questo il confronto vale un saggio di sociologia sulla «Generazione boh» e l'Italia degli anni Dieci. Background diversi: giovani impegnati da una parte e ragazzi da concerto dall'altra, assemblee e militanza o rap e cantautori in cuffia h24, «Libertà è partecipazione» o «Chi fermerà la musica?». Traguardo identico: esprimersi, trovare la propria strada, imboccare la via del successo.

Ad Announo , dopo Giuseppe Baldo intervengono Federica Borlizzi, chioma vaporosa, spalle e spalline del reggiseno scoperte, e Alessia Bottone, rossetto e unghie laccate, finalmente assunzione a tempo indeterminato dopo lungo precariato. Ma insieme non riescono a fare un'obiezione plausibile a Debora Serracchiani sul Jobs Act d'imminente approvazione. Su Sky Uno invece Ilaria sta cantando Un senso di Vasco Rossi che Victoria Cabello dedica «a tutti i ragazzi di X Factor perché contiene le domande che ci si fa a quell'età». Poi tocca a Mario, il cantautore sardo disoccupato, che confessa di non sapere bene cosa sia «'sta modernità». Mika ha appena finito di dire che «è una brutta bestia» e che, a volte, per inseguirla si fa la figura dei «ciapapolver» (capito voi di là?). Madh, invece, sardo pure lui e agghindato con divaricatori e collane come Giuseppe «Stima», dialoga via skype sul flow del rap con la scatenata nonna. Alla fine, dopo l'eliminazione, Pietro dei Komminuet ringrazia tutti «per l'esperienza magica» che ha vissuto.

Ad Announo , invece, le preferenze dei social vanno alla genovese Elisa Serafini che ha mollato un lavoro a tempo indeterminato per accettarne uno di un anno che le piace di più. La Innocenzi deve incassare: «Ha vinto la nostra meritocratica», abbozza. Perché, per inciso, Elisa è la stessa che ha reso la vita difficile a Travaglio dicendogli che critica qualsiasi governo e fomenta l'antipolitica dimostrandosi più responsabile verso i propri interessi che verso i cittadini. La meritocrazia è, infatti, il complesso che aleggia sul talent sbagliato. Senza prove oggettive che in un talk non ci possono essere, alla fine vincono la capacità di bucare e l'esibizionismo di maniera. Ciò che fa tutta la differenza e spiega perché i giovani impegnati appaiono più frivoli, protesi alla telecamera e inclini a prevaricarsi. Rendendo Announo più artificiale di X Factor , dove i concorrenti si preparano per l'esame davanti a pubblico e giuria.

Alla meritocrazia ha accennato anche Michele Santoro nel suo vaffa ai big della politica sull'astensionismo alle regionali di domenica: «Ormai in Italia non si vota, ma si

televota», ha detto a un certo punto. «Mica come a MasterChef , però, dove bisogna imparare a cucinare, a mettere qualcosa in tavola...». MasterChef è il format gemello di X Factor e va in onda su Sky: più chiaro di così?

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