Caro direttore, ho letto in prima pagina del tuo giornale l' articolo del mio amico Massimo Boldi sul film Tolo Tolo di Zalone. Al film Boldi dedica tre righe e poi invece si sofferma a lungo su Checco, la loro amicizia e il suo perdurante apprezzamento per il comico. Dal giudizio stringato del film mi è sorto il dubbio che magari non l' avesse proprio visto oppure che, come me, abbia sonnecchiato per tutta la durata. Una noia infinita e solo un paio di battute carine, al massimo da sorriso, quando Zalone si ricordava di essere un comico e non una specie di cugino della Boldrini senza nemmeno la passione della ex Presidente della Camera ma solo con un etto di opportunismo. Sul contenuto del film: tutti i luoghi comuni buonisti sull' immigrazione, compresa la scena finale del ricongiungimento (non poteva mancare) del simpatico bimbo africano con il padre in Italia del quale mai si era parlato nel film. Per onestà va detto che la scelta delle canzoni della colonna sonora è piacevole; azzeccata per esempio Vagabondo di Nicola Di Bari anche se invece, viene travisato il messaggio di Faccetta nera che semmai segnò in positivo la diversità del colonialismo italiano rispetto a quello degli altri Paesi europei.
Ma il dato principale è che Checco Zalone, pur di ricercare un giudizio positivo della critica radical-chic e di sinistra, rinuncia al meglio della sua proverbiale verve comica per rifugiarsi in un noioso filmetto di spicciola propaganda. Per questo insisto a dire che per certi film dovrebbe valere il... soddisfatti o rimborsati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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