Zalone zittisce i radical chic: "Il film non è contro Salvini"

Dopo le polemiche, il comico presenta Tolo Tolo: "Salvini è l'espressione della gente. Tutti saranno chiamati in causa"

Zalone zittisce i radical chic: "Il film non è contro Salvini"

Il film di Checco Zalone, Tolo Tolo, non è ancora uscito al cinema che è già "un affare di Stato". Sono settimane ormai che si parla di questa pellicola e della colonna sonora che accompagna in gran parte le riprese, Immigrato. Sono settimane che i soliti buonisti e radical chic dibattono su questo "caldissimo" tema/film e hanno messo alla ghigliottina Zalone. E se all'inizio il comico aveva deciso di intraprendere la strada del silenzio (in certi casi è meglio lasciar parlare), poco dopo si era dovuto ricredere (lo stavano prendendo di mira tutti, cos'altro avrebbe potuto fare?) e al Corriere della Sera aveva spiegato a grandi linee il senso del suo film. Ma soprattutto si era scrollato di dosso certe accuse (folli): "Purtroppo non si può dire più nulla. L'unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C'è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende". E in effetti ha ragione. Guardate cosa hanno scatenato quattro immagini di un trailer...

Ma dopo le sue rassicurazioni, gli animi si saranno placati? Macché, sono ancora tutti agguerritissimi e non vedono l'ora che sia il primo gennaio per andare a vedere il film al cinema per poi vomitare sentenze. Quindi, nonostante il comico abbia detto di non aver creato ad hoc un film contro gli immigrati, ("Escludo che qualcuno possa essere così stupido da pensarlo davvero") e nonostante abbia spiegato chiaramente che nel suo film c'è satira e ironia, i soliti radical chic continuano a definirlo razzista. Tutto sulla base del trailer di questo "maledetto" Tolo Tolo.

Ora, però, a presentare il film e (magari) a zittire le polemiche ci pensa il produttore Pietro Valsecchi. Tra l'altro, questo è il primo film di Zalone da regista, tanto è che lo firma con il suo vero nome, Luca Medici. "Tolo Tolo non è un film su persone che cercano un futuro diverso, ma semplicemente un futuro - dice il produttore durante la presentazione di oggi a Roma -. Mette in scena la realtà contemporanea con il sorriso e con un tocco magico e poetico". "Non è stato semplice raccontare questa storia - continua il produttore della Taodue Film - il problema era trovare la quadra, Luca era alla sua prima regia e serviva quel tocco magico per mettere in scena la realtà contemporanea. Brecht diceva che bisogna essere seri sulle cose ridicole e ridere sulle cose serie. Sono contento di aver fatto questo grande film e di aver tenuto a battesimo Luca per questa grande avventura".

E dopo le parole di Valsecchi sono seguite anche quelle di Zalone. "È andata così - spiega il comico - Paolo Virzì aveva questo soggetto e piano piano mi rendevo conto che glielo stavo rubando, che in scrittura stavo costruendo il personaggio su di me. Quando siamo andati a girare non è che mi sia pentito, ma mi son reso conto della difficoltà del dirigere".

Ma purtroppo al pubblico di quanto sia difficile girare o produrre un film poco importa, importa sapere se Zalone sia o meno razzista. E Checco lo sa. "Il trailer non c'entra niente con il film - dice l'attore- e ci aspettavamo di destare qualche polemica anche se non fino a questo punto. Non mi aspettavo di essere sulle prime pagine dei giornali e oggetto di dibattito nei talk show. Francamente mi son anche un po' stancato e dopo tre giorni non ho seguito più".

Ma questo maledetto film è anti-salviniano allora? "Tutto è politica - chiude Zalone -. Io non mi metto a fare un film contro Salvini. È un film poetico, c'è dentro una grande realtà. Secondo me Salvini è l'espressione della gente e la gente si sentirà chiamata in causa".

La trama di Tolo Tolo

È la storia di Checco, imprenditore fallito di un concept, sushi restaurant incompreso nel suo paesino pugliese che per sfuggire a tasse e creditori si trasferisce in Africa a lavorare come cameriere in un resort. Sarà presto costretto, causa guerra e miliziani, a far ritorno in patria, aggregandosi alla tortuosa rotta dei migranti, tra pullman gremiti, camminate nel deserto, barconi bloccati in porto, campi di prigionia conditi dalle battute di Zalone, momenti di musical e un finale in cui il film si trasforma in cartoon.

Regista, protagonista e autore delle musiche, Zalone firma soggetto e sceneggiatura con Paolo Virzì. La scrittura ha richiesto un anno e mezzo, Tolo Tolo è stato girato in venti settimane tra il Kenia, il Marocco, la Puglia, Roma e Trieste.

"Un film impegnativo e costoso, con tante comparse, cartoni animati, effetti - ha spiegato oggi Valsecchi - valeva la pena aspettare Luca, assente dai cinema da quattro anni, e sono felice di aver tenuto a battesimo la sua prima regia".

Accanto a Zalone recitano Antonella Attili, nel ruolo di sua madre, Manda Tourè, in quello della bella Idjaba, il piccolo keniota Nassor Said Birya, 12 anni, in quello di suo figlio Doudou ("ti chiami come il cane di Berlusconi" è la battuta iniziale di Zalone) e l'esordiente Souleymane Sylla in quello di Oumar, altro compagno di migrazione. Nel cast ci sono anche Barbara Bouchet, ricca signora con toy boy, ospite del resort, Nicola Di Bari, nel ruolo dello zio di Checco e Nichi Vendola, che interpreta se stesso in un cameo.

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