Due indizi non faranno una prova, ma solo una coincidenza, come diceva Agatha Christie, però hanno il loro peso. E vedere Steven Spielberg trionfare, ieri, nella notte dei Golden Globe 2023, sia come regia (terzo Globe per lui), sia soprattutto, con il suo personalissimo The Fabelmans, tra i film drammatici, ovvero nei due premi più importanti, sembra più della coincidenza di cui sopra. In particolare, in chiave Oscar, considerando che chi trionfa nei premi assegnati dai giornalisti stranieri della Hfpa poi, quasi sempre, vince l'ambito Academy Award.
Una serata quasi monotona, senza grandi sorprese nelle premiazioni, dove è intervenuto anche Zelensky in videomessaggio («La guerra in Ucraina non è ancora finita, ma la marea sta cambiando») e presentata dal comico nero Jerrod Carmichael. Scelta sensata dopo le accuse, fatte agli organizzatori, di essere una casta corrotta e razzista, con tanto di boicottaggio in massa dei divi. «Sono qui perché sono nero - ha esordito Carmichael- Qualsiasi cosa io dica stasera, sono illicenziabile. Non hanno un ospite nero da 79 anni e licenzieranno il primo? Non sono licenziabile». E se tante star sono tornate dal vivo nella cerimonia di Beverly Hills, tanti altri hanno proseguito il boicottaggio; tra questi, anche la premiata Cate Blanchett che ha vinto come Miglior attrice in un film drammatico, conquistando il quarto Golden Globe della sua carriera, grazie alla sua interpretazione iconica in Tár. Tra i maschi, invece, pur essendo tra i favoriti, non era scontata la vittoria, meritata, di Austin Butler, trionfatore come Miglior attore in un film drammatico per aver dato volto alla leggenda nel film Elvis. È rimasto, dunque, a mani vuote Brendan Fraser, che se la giocava alla pari con la sua interpretazione da brividi in The Whale.
L'altro grande vincitore della serata è stato Gli spiriti dell'isola, premiato come miglior film comico o musical. Film che vedremo, tra poco, anche in Italia e che si è portato a casa tre Golden: film commedia, miglior sceneggiatura e, soprattutto, Miglior attore protagonista, con il redivivo Colin Farrell. Il vero outsider, insomma, che potrebbe frenare la corsa di The Fabelmans agli Oscar. Sul podio ideale di chi può sorridere c'è finito anche lo strampalato Everything Everywhere All at Once che ha vinto due Golden Globe: come Miglior attrice in un film comico o musical, grazie all'interpretazione di Michelle Yeoh (meritava di più Lesley Manville de La signora Harris va a Parigi) e come Miglior attore non protagonista in un film grazie a Ke Huy Quan (inspiegabile, considerando le Nomination di Brad Pitt in Babylon e di Brendan Gleeson per Gli spiriti dell'isola). Miglior attrice non protagonista in un film è stata Angela Bassett e, del resto, Black Panther: Wakanda Forever ha una parte scritta apposta per lei con vista premi. Certamente, il fatto che la base dei votanti sia stata allargata, ha portato alle vittorie, queste sì a sorpresa, del film indiano RRR che con Naatu Naatu ha vinto come miglior canzone e di Argentina, 1985, come miglior film straniero.
Lo streaming è l'altro grande battuto della serata dei Golden Globe. A parte Argentina, 1985, l'altro premio delle tv a pagamento è stato dato, come animazione, al Pinocchio antifascista di Del Toro.
Insomma, ha vinto «solo al cinema» e non sembra casuale come scelta in chiave di promozione delle sale cinematografiche. Hanno masticato amaro il meraviglioso Babylon, che ha portato a casa solo il Globe come miglior colonna sonora e Avatar 2 che non ha vinto nulla.
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