It's an happy, happy, happy day: siamo in Irlanda, ma parla un tedesco. E' il granatiere con la faccia da Biagio Antonacci che sta trasformando questo avvio di Giro in una pregiata corsa d'autore: secondo sprint, secondo capolavoro. Lo dice lui stesso, col sorrisone del teutonico a Riccione: «It's an happy, happy, happy day». E' raggiante perché questa seconda vittoria consecutiva coincide con il suo 26esimo compleanno, ma forse ancora di più perché si rende conto d'aver ripreso per i capelli un trionfo ormai sfumato, a soli cinquanta metri dal traguardo. A quel punto, dopo la solita tappa sotto i cieli fradici d'Irlanda, il vincitore sembra l'inglese Swift, non si sa se discendente del celebre vescovo maestro di ironia noto alla letteratura come Jonathan Swift. Lotta il giovane britannico, lotta il nostro giovane valoroso Elia Viviani, Kittel sembra decisamente tagliato fuori. Ma all'improvviso, il prodigio: sul binario uno transita con qualche centesimo di ritardo il diretto Marcel, incredibilmente più veloce degli altri, molto più veloce dell'impossibile, e nel giro di cinquanta metri ribalta un risultato segnato. Ancora primo, ancora nettamente primo. Gli altri, increduli e basiti, a contemplare la forza bruta della natura.
Conviene aggiornare la storia ufficiale del ciclismo. Come già si era intuito all'ultimo Tour, dove ha battuto Cavendish 4-2, stiamo verosimilmente assistendo a un clamoroso golpe: il tedesco va considerato ormai il nuovo re delle volate, relegando sullo sfondo l'inglese che ha dominato le ultime annate. E' il segno dei tempi, nel segno della Kappa, la Kappa di Kittel. E Kittel'ha detto che il numero uno è lui? Ma Kittelo fa fare di sbilanciarti così? Prego rivedersi la volata di Dublino, più ancora di quella a Belfast, sabato: rimontare in modo tanto prepotente, raddrizzando una situazione ampiamente compromessa, significa avere nelle gambe non una semplice muscolatura, ma pura dinamite.
Rispetto a Cavendish, Kittel ha pure il quid che piace al pubblico femminile. La carrozzeria sembra disegnata da Bertone, il volto sembra uscito direttamente da un fotoromanzo. Sospiri e desideri sotto al palco, quando Mister Kappa sale per le premiazioni. Le ragazzine irlandesi rosicano d'invidia per le miss, chiamate a spupazzarsi il bambolone maggiorato. Tra le più svenevoli, in prima fila c'è sempre l'immancabile Zia Ale, pronta a piazzargli il microfono sotto al naso, in netto anticipo sulla concorrenza. Il suo sguardo compiaciuto esprime pensieri eloquenti: look Marcel, I am fast like you, guarda Marcello, sono veloce quanto te.
Prontamente scaricato Cavendish, ormai la capessa occulta del Dream Team Rai non ha occhi che per il bel Marcel, ribattezzato sul posto Marcello Bello, mi ricordo montagne verdi, e le corse di una bambina, con l'amico mio più sincero, un coniglio dal muso nero...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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