Addio a Elio Corno, colonna del "Giornale". Da lui abbiamo tutti imparato a sorridere

Cronista di razza, ha diretto per anni la redazione sportiva. Conquistò il pubblico dei tifosi anche grazie alle liti (finte) in tv

Addio a Elio Corno, colonna del "Giornale". Da lui abbiamo tutti imparato a sorridere
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È morto a 78 anni Elio Corno, volto noto del giornalismo sportivo in tv e per una quindicina d'anni firma del Giornale, di cui è stato caporedattore dello Sport dal 1999 al 2003.

La fama ricavata negli ultimi anni dalle apparizioni un po' macchiettistiche da giornalista-tifoso sulle tv private, non possono far dimenticare quello che è stato per anni l'«altro» Elio Corno. Soprattutto in questo Giornale, di cui è stato anche caporedattore allo Sport a cavallo tra i due secoli.

Giornalista vecchia maniera, cresciuto come cronista «da marciapiede», quando le notizie non spuntavano da Internet o dai social, ma bisognava cercarle, uscendo dalle redazioni e andando in giro per il mondo. Nel suo caso il mondo del calcio.

Corno arrivava dalla scuola del vecchio Corriere d'Informazione e da lì era poi passato alla Gazzetta dello Sport a occuparsi di calcio, di Inter e di Milan, prima di approdare al Giornale a fine anni Ottanta. Un vero e proprio mastino del calciomercato, settore in cui bisognava avere il fiuto per la notizia, oltre alle conoscenze giuste. Poi fece carriera fino a diventare capo dello Sport nel '99, un capo all'apparenza burbero, dal carattere facile ad infiammarsi.

Al Giornale di quei tempi, però, Corno fu soprattutto un mastino del Comitato di redazione, la nostra rappresentanza sindacale, ruolo in cui diede il meglio di sé, tenendo testa a un altro mastino come il mitico dottor Crespi, l'amministratore delegato che sedeva dall'altra parte del tavolo. Era uno che dava l'impressione di prendersi molto sul serio, ma poi veniva fuori la sua indole da ragazzo cresciuto per strada, come quando si lasciava andare a finte sceneggiate bistrattando qualche collaboratore o quando sfidò Franco Ordine nei 50 metri piani, correndo con i mocassini sull'asfalto di via Negri e finendo come ci si può immaginare

Tifoso interista, ipercritico e pretenzioso con la sua squadra, Corno aveva già raggiunto una sua dimensione televisiva ben prima delle ultime esibizioni da duellante tifoso.

Anzi, il piccolo schermo si addiceva proprio alle sue caratteristiche, visto che era stato per anni ospite del Processo di Biscardi e prima ancora, nei tempi pionieristici delle tv private anni Settanta, aveva condotto trasmissioni come «L'ora di Mazzola» e «La panchina di Rivera» che anticiparono il coinvolgimento televisivo dei grandi campioni.

Purtroppo la sua esuberanza è stata spenta dalla malattia. E la voce dell'ultima telefonata non era più la sua.

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