Aguero dice stop. E il calcio è in ansia per i guai di cuore

Il talento del Barcellona si ritira dopo le aritmie. Da Eriksen a Obiang, è allarme tra i calciatori

Aguero dice stop. E il calcio è in ansia per i guai di cuore

Fine corsa. L'appuntamento meno desiderato è per oggi a mezzogiorno al Camp Nou. Una conferenza indetta dal Barcellona in cui «Sergio Aguero spiegherà il suo futuro alla presenza del presidente Joan Laporta». I media spagnoli hanno già anticipato i contenuti, parlando di addio per aritmia cardiaca incompatibile con l'attività agonistica, e avanzando l'ipotesi che dall'Inghilterra per l'occasione possano arrivare anche Guardiola e Beguiristain, compagni di trionfi e avventure nell'esperienza ultradecennale dell'attaccante al Manchester City.

A 33 anni l'ultima partita dell'argentino è destinata a restare quella del 30 ottobre scorso in Liga contro l'Alaves, quando si fermò dopo soli 41' per fastidi al torace e problemi respiratori. In pochi mesi il calcio europeo si ritrova senza un altro protagonista, vittima di problemi cardiaci, come già accaduto nel drammatico malore in campo accusato dal ventinovenne Eriksen all'Europeo. Tra i due casi non c'è alcuna correlazione, ma in un'epoca di virus, vaccini e pandemia la soglia d'attenzione resta altissima. Lo stesso dicasi per i controlli, visto il preoccupante susseguirsi di vicende anomale nei campionati europei. «In caso di palpitazioni, stanchezza prolungata o altri sintomi anomali bisogna fare subito dei controlli e fermare l'attività agonistica - ammonisce il professore Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia - I vaccini a Rna possono essere associati a casi di miocardite, ossia l'infiammazione del muscolo cardiaco che è più frequente per le persone sotto i trent'anni. A livello numerico siamo a 15-18 casi ogni 100 mila vaccinati, ma parliamo di un effetto raro che non intacca il rapporto rischi-benefici a favore del vaccino». L'argomento dose booster rimane centrale: «Non abbiamo riscontri sul fatto che la terza dose sia più portatrice di eventi collaterali rispetto alla seconda. In ogni caso se si parla di miocardite o pericardite la terapia principale rimane il riposo, fino a scomparsa dei sintomi e per alcuni mesi successivi».

Gli ultimi casi di stop forzati risalgono al weekend scorso, quando Zielinski ha abbandonato Napoli-Empoli per problemi respiratori e lo stesso destino è toccato a Lindelof durante Manchester United-Norwich. «Dagli accertamenti effettuati, non emerge alcun collegamento al focolaio di Covid-19» ha fatto sapere ieri il club inglese in una nota, ma Oltremanica le preoccupazioni sono evidenti dopo che la Premier ha comunicato di aver rilevato ben 42 contagiati durante la scorsa settimana, rispetto ai 12 dei sette giorni precedenti.

Tanto allarme e tante situazioni diverse, come quelle di Obiang del Sassuolo (alle prese con una miocardite e costretto a uno stop di almeno sei mesi) e Kimmich del Bayern Monaco, un tempo no vax convinto, poi contagiato e adesso chiamato a pagarne le conseguenze: «Non riesco ad allenarmi bene. Devo fare riabilitazione a causa di alcune infiltrazioni nei polmoni». Anche per lui il 2021 è già finito da tempo.

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