Si mette le mani nei capelli e a sorridergli sono gli occhi: Ali Jasim ha appena deciso non una partita qualunque, ma la prima del torneo olimpico del suo Irak, contro l'Ucraina. Tre punti pesanti, nel girone B della contestatissima sfida tra Marocco e Argentina, con la rete annullata al Var 2 ore dopo e successivo reclamo ufficiale albiceleste. La copertina, in ogni caso, se l'è presa proprio il laterale Jasim, acquistato poche ore prima dal Como. Il club lariano (ieri 1-3 in amichevole a Cagliari) aveva corteggiato l'iracheno, «uno dei più brillanti talenti asiatici» sin dal mese scorso.
Quando Jasim, giocatore dell'Al-Kahrabaa (team del Ministero dell'Elettricità) ma in prestito al Al-Quwa Al-Jawiya (Ministero della Difesa), aveva diffuso sui social una propria foto dietro le sbarre, per denunciare di sentirsi in ostaggio: c'era l'accordo con il Como, ma la squadra di Baghdad faticava a concludere il trasferimento. Poi, in poche ore, gol ai Giochi e firma per l'approdo sul Lario, nel club per distacco più frizzante sul mercato e più ricco del calcio italiano. Ma anche attento a intercettare lontano dalle coordinate tradizionali. Del resto, il rischio era di comporre una squadra di figurine e grandi nomi a fine corsa. Il Como ha il dichiarato obiettivo di diventare il primo polo turistico e calcistico a livello mondiale: una Montecarlo del pallone, con Brunate a far da La Turbie.
Dalle voci dei Vardy e Correa, dagli Icardi agli Hummels, il Como ha tra gli altri acquistato Belotti, (Varane?) e Pepe Reina. Ora con Jasim, nel grembo materno quando Saddam venne catturato, spera di aver pescato anche una perla nel Golfo Persico.
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