Leao miao! Si, certo niente più che un gattone indolente in un Milan che voleva essere diavolo e, se possibile, indiavolato. Peccato perché questa è stata notte da tramandare per il tifo milanista: Londra e l'Inghilterra tante volte sono state gioia e tormento. Volate indietro negli anni: 1963, Wembley, 60 anni fa: eccolo il Milan campione d'Europa che batte il Benfica una squadra portoghese come Leao: chissà il destino. Prima e unica vittoria rossonera nella city inglese. Stavolta non ha vinto, ma come se... Perfino Maignan ha messo una pezza con la paratona.
Ecco, proprio un peccato veder una squadra piena di coraggio, con personalità chiamata a gran voce prima del match, insomma una squadra che non ha tradito ed un gattone che ha dormito. Chi conosce il calcio dice che il portoghese, con l'andare dinoccolato da bulletto periferico, non riconosce gli spazi. Nel caso potrebbe farsi segnare la strada da Theo Hernandez, che nella materia è già maestro. Dici Rafael e pensi ad un artista, ma poi ne escono scarabocchi. Ieri correva e non correva, guardava eppoi andava, ma sempre dalla parte sbagliata. Sono mesi che la storia del rinnovo contrattuale annoia, più che angosciare. Ogni tanto ci vorrebbe la pennellata del campione. Il popolo milanista gli aveva chiesto di distribuire regali nella notte di Londra, nella sera in cui il Milan tutto, quello di ieri, oggi e domani, chiedeva di ritrovare guizzi, ardori e celebrazione di antica nobiltà. E ogni tanto si domandava: Leao dove sei? E lui: miao! Primo pallone ben difeso al minuto numero 9. Poi scatti e scattini, ci sono voluti 65' per vedere due tiri a dire: ehi! Ci sono. No, in quel momento inutile parlare di rinnovo a 7 milioni l'anno come si trattasse di un giocatore che tremare il mondo fa.
Ieri il Milan correva e si batteva e lui faceva il corista un po' imbambolato, non disamorato, certamente addormentato.
Quanta differenza con generosità e sacrificio di Giroud, perfin col coraggio e la leggerezza di Diaz. Tante volte si è parlato di Leao uomo in più. Ieri è tornato nel girone della normalità. Ma il destino gli vuol bene: avrà tempo per rimediare.
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