Alvarez contro Martinez. Dal Qatar alla Turchia è il ribaltone del tango

Dopo il Mondiale, uno dei due diventerà il decimo a fare l'accoppiata con la Champions

Alvarez contro Martinez. Dal Qatar alla Turchia è il ribaltone del tango
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Siamo ai dettagli, ieri l'ultimo vero allenamento, rigorosamente a porte chiuse. Pinetina anche oggi, ma sarà una seduta leggera, poi aereo e via verso Istanbul, stanotte l'Inter dorme sul Bosforo.

Inzaghi ha tutto in testa, nessun dubbio, quelli semmai sono di chi non sa: Dzeko o Lautaro, Brozovic o Mkhitaryan. City senza segreti, i tanti punti di forza e la speranza che ci sia anche qualche debolezza, nessuno è imbattibile e l'Inter vuole provare ad aggiornare la sua storia. Certo, la differenza di valori sulla carta è evidente. Il leader dell'Inter, Lautaro Martinez, ai Mondiali in Qatar ha fatto la riserva di Julian Alvarez, che nel City fa il vice di Haaland. Detto questo, detto tutto, eppure le partite vanno giocate.

Quel che è sicuro è che sabato notte si aggiornerà il conto dei calciatori, e qui è giusto definirli campioni, capaci di vincere Champions e Mondiale nella stessa stagione. Finora, in quasi 70 anni, con sedici coppe del Mondo disputate, ci sono riusciti soltanto in nove: uno fra Lautaro e Alvarez farà cifra tonda. E non per caso, ben sei di questi nove campioni avevano la maglia del Bayern campione d'Europa nel 1974. Poi i madridisti Karembeu (Francia, 1998), Roberto Carlos (Brasile, 2022) e Varane (Francia, 2018). Sfiorarono il doppio colpo sette milanisti di Capello e Sacchi nel '94, sconfitti ai rigori dal Brasile. Lautaro contro Alvarez, quindi. Il leader dell'Inter (non capitano, perché giocherà Brozovic) entrò nel Mondiale da titolare e ne uscì senza gol e da riserva, per quanto di lusso, scavalcato nelle gerarchie di Scaloni proprio dallo scalpitante giocatore di Guardiola (quattro gol).

Vero è che il Lautaro migliore si è visto da gennaio in avanti, anima della squadra anche nei momenti più difficili, uno degli ultimi ad arrendersi e il primo ad andare all'assalto: nel 2023 nessun argentino campione del mondo ha segnato quanto lui (venti gol), nemmeno Messi.

Complessivamente, in stagione l'ha messa dentro ventotto volte, alzando nelle ultime partite (gol al Benfica e al Milan) una media europea che resta ampiamente inferiore al suo rendimento in Italia e Nazionale (quest'anno tre centri in 12 partite, l'anno scorso uno su otto, l'anno prima uno su sei: fanno in totale cinque gol in ventisei partite, pochi per uno come lui).

Julian Alvarez è cresciuto nel River ed è stato a lungo seguito dal Milan, che poi fece altre scelte. Nel gennaio del 2022, lo acquistò il City per 21 milioni, indubbiamente un affare, visto come il giovane attaccante (23 anni, tre in meno di Lautaro) ha saputo imporsi in Europa, dov'è arrivato solo alla fine della scorsa estate, dopo ulteriori 6 mesi giocati da prestito in Argentina.

Col City ha giocato e segnato meno (17 gol in totale) di quanto abbia fatto il Toro nerazzurro, ma nella squadra di Haaland (52 gol in 52 partite) è già un valore giocare qualche volta al suo fianco e sostituirlo spesso.

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