Ambrosini: "Vi dico dove arriva ora il Milan". Poi il ricordo più bello con i rossoneri

In esclusiva per ilgiornale.it, Massimo Ambrosini ha toccato diversi temi tra cui la lotta scudetto, il momento del Milan di Pioli e molto altro ancora

Ambrosini: "Vi dico dove arriva ora il Milan". Poi il ricordo più bello con i rossoneri

Il Milan di Stefanio Pioli sta vivendo un momento di difficoltà dopo un 2020 sfavillante, sorprendente. I rossoneri dopo aver guidato per mesi la classifica di Serie A hanno ceduto il passo da un paio di settimane all'Inter di Antonio Conte e qualche certezza è venuta meno. La stagione è entrata ora nel vivo e chi meglio di Massimo Ambrosini poteva commentare il momento della squadra di Pioli. Il 43enne di Pesaro è stata una delle colonne portanti del Milan per ben 17 stagioni con 12 titoli nazionali e internazionali messi in bacheca.

In esclusiva per ilgiornale.it, l'attuale opinionista di Sky Sport, ha toccato diversi temi tra cui la lotta scudetto, la possibilità del Milan di centrare la Champions League, dell'Inter di Conte della Juventus di Pirlo e molto altro ancora:

Cosa ne pensa del momento che sta vivendo il Milan: se l'aspettava?

"Penso stia vivendo un calo fisiologico normale sotto diversi punti di vista. Pioli non ha avuto giocatori chiave in un periodo fondamentale come ad esempio Calhanoglu che lo reputo determinante in questo Milan. E poi ha subito sconfitte sì importanti ma contro squadre forti e attrezzate. L'unica cosa che deve fare ora il Milan è riprendere quella forza e quell'incoscienza che ha caratterizzato la sua stagione e che aveva già mostrato contro la Roma".

Per lo scudetto ormai è andata o il Milan può ancora dire la sua?

"Non penso sia finita per lo scudetto. Davanti c'è l’Inter che avendo 6 punti di vantaggio può considerarsi serena al momento anche se lunedì sera giocherà contro l'Atalanta e non è detto che faccia bottino pieno. Il Milan può ambire al titolo ma in questo momento deve guardarsi anche indietro perché ci sono tante squadre dietro ai rossoneri che spingono per un piazzamento in Champions League".

Pensa si sia rotto qualcosa nel giocattolo quasi perfetto costruito da Pioli e l'Europa League può essere un ostacolo in campionato?

"Non penso si sia rotto nulla. L’Europa League nella prima parte di stagione è stata fondamentale perché ha dato fiducia alla squadra, ha permesso a Pioli di far turnover valorizzando tanti calciatori della sua rosa. All'inizio dunque penso sia stato un bene giocare l'Europa League ora diventa più impegnativo con la doppia sfida con il Manchester che diventa decisiva anche dal punto di vista del morale. Penso però che il Milan abbia a livello numerico la rosa per poter competere in entrambre le competizioni senza alcun problema".

Il Milan ce la farà a centrare la Champions League?

"Fare pronostici è sempre riduttivo e azzardato ma secondo me ha le potenzialità per farlo".

Il grande colpo del Milan in estate è stato quello di trattenere Paolo Maldini e di conseguenza Stefano Pioli: è d'accordo?

"Sì, la coerenza e la condivisione di un lavoro è fondamentale ma la cosa più importante è aver tempo di sviluppare un progetto. Solo dando continuità al progetto tecnico si può poi giudicare. Maldini e Massara hanno fatto un lavoro enorme nei mesi passati e ora stanno raccogliendo i frutti. Il Milan deve fare una statua a Pioli per il lavoro che ha fatto, ha tirato fuori il meglio da quasi tutti i calciatori, ha trovato la continuità nella burrasca e si è guadagnato la conferma. Penso che il Milan meriti un piazzamento in Champions League che sarebbe la giusta moneta per il progetto intrapreso qualche mese fa".

Ha trovato eccessive le critiche a Romagnoli di queste ultime settimane?

"Sono state eccessive dal punto di vista della modalità in cui si sono sviluppate. Vero è che da ogni giocatore del Milan si chiede sempre il massimo ma si è un po' esagerato. Alessio ha commesso alcuni errori ma non può essere accantonato anche perché è il capitano e le ha giocate tutte e molte volte anche bene. Nel calcio poi bisogna alzare l’asticella e aumentare la propria qualità a maggior ragione se sei un calciatore del Milan. Poi c'è da dire che effettivamente quando è stato chiamato in causa Tomori ha sempre risposto presente mostrandosi affidabile e dunque può essere un'alternativa importante per Pioli".

Andiamo indietro nel passato, qual è uno dei suoi ricordi più belli nei 17 anni trascorsi al Milan?

"Penso sia molto difficile tirare fuori un unico ricordo. Posso solo dire che custodisco dentro al mio cuore il privilegio di aver fatto parte di quella realtà. Sono stato parte integrante di una famiglia meravigliosa, ho dato la parte più importante della mia vita calcistica al Milan e dunque non posso che esserne fiero e soddisfatto".

Qual è stata la vittoria a cui è più legato?

"Le due Champions League sono il ricordo più bello anche se quella del 2007 ad Atene contro il Liverpool è stata quella a cui sono più legato avendo giocato di più rispetto a quella del 2003 di Manchester contro la Juventus".

Il compagno o i compagni di squadra con cui è rimasto più legato e un aneddoto particolare di quegli anni al Milan?

"Giuro, è davvero complicato fare un nome in particolare o tirare fuori un aneddoto solo. Eravamo una famiglia, degli amici dentro e fuori dal campo. Con alcuni di loro ci si continua a vedere e in quei momenti torna fuori tutto il passato con i bei momenti che abbiamo vissuto iinsieme n quel Milan che ha vinto tutto".

Pirlo sta incontrando alcune difficoltà al suo primo anno da allenatore: come valuta la sua esperienza alla Juventus?

"Andrea ha ereditato una squadra che ha vinto tutto quello che si poteva vincere ma ha cercato di puntare tutto sulla coerenza di proseguire il progetto tecnico ben definito. Ha l'enorme attenuante di avere avuto mare di infortuni importanti come Dybala, Chiellini per gran parte della stagione, Arthur, Cuadrado, Bonucci e altri ancora. La stagione non è ancora finita ma penso che Pirlo abbia dovuto affrontare un mare di problemi fino a questo momento".

Conte ha ora ripreso la rotta e la sua Inter sta volando: ha trovato eccessive le critiche ricevute?

"Antonio è andato incontro a difficoltà quando ha provato a cambiare qualcosa a livello tecnico e tattico ma alla fine la struttura della squadra era precisa e il modo di affrontare le partite anche. Tornando al passato l'Inter ha ingranato, si parla di una squadra fatta e finita che sa quello che vuole.

Conte sta riportando l’Inter ai vertici e purtroppo per lui l'unica pecca è non aver superato un girone abbordabile di Champions League. Le critiche sono arrivate soprattutto per l'uscita prematura dalle coppe ma fanno parte del mestiere e bisogna saperle accettare".

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