Nuove tribune e nuovi sottopassi per uscire dal tunnel, affacciarsi al 2025 e al rinnovo del contratto con Liberty Media. Non ha bisogno di guardare l'orologio, Angelo Sticchi Damiani, per rendersi conto che il tempo scorre e l'autodromo di Monza, tagliato il traguardo dei 100 anni, ha insidiosi cambi di direzione per imboccare la via del futuro. «La sfida è grande, perché si dice che l'Europa abbia tanti Gp. E America, Asia e ora anche Africa rivendicano i loro spazi. Siamo circondati», sentenzia il presidente Aci.
Se Monza vuole pensare al proprio futuro deve fare in fretta e bene: dopo il problema con le autorizzazioni mai richieste, nuove tribune con hospitality munite di ristorazione e servizi, nuovo asfalto, ma ancor prima sottopassi per porre fine alla promiscuità tra pedoni e traffico veicolare. La pista verrà tagliata in 5 punti, con la realizzazione di passaggi rialzati e protetti per i tifosi: interventi dispendiosi in termini economici e di tempistiche. In queste ore verrà presentato il progetto definitivo e «ci aspettiamo un'approvazione in tempi brevi», spiega Sticchi, «poi la gara di appalto e i lavori» per dimostrare al governo della Formula 1 di volersi meritare il circus.
«La F1 non può non avere il Gp d'Italia e il Gp d'Italia non può non avere Monza», prosegue il numero uno Aci. Che per puntellare la frase ricorre a una serie di ma. «Siamo ai limiti, da soli non possiamo farcela»,attacca parlando della gestione economica. «Il 3 settembre 2016 abbiamo firmato il primo contratto con Bernie Ecclestone, senza Regione Lombardia non ce l'avremmo fatta. Noi abbiamo investito 44 milioni, cifra enorme. Ora il mondo è cambiato, la situazione del circuito è complessa ed è un lusso avere un autodromo così bello e importante. Ci vuole grande ottimismo nel pensare che dopo il 2025 l'Italia abbia due Gp: Monza è Monza, Imola è nella Terra dei motori».
Ad ascoltare Sticchi ci sono il nuovo direttore dell'impianto, Alfredo Scala (già in passato in Brianza) e il presidente Sias (società in house di Aci) Giuseppe Radaelli. Sticchi, per cercare sponde, si guarda attorno: «Aci non può caricarsi tutto sulle spalle. Abbiamo trovato difficoltà inimmaginabili, ora ci auguriamo che tutti si sentano più coinvolti», anche nell'imminente cantierizzazione di interventi, che potrebbe richiedere il commissariamento.
«Abbiamo presentato un nuovo concept di tribune, con coperture stilizzate e altre più leggere. L'automotive è in difficoltà, noi tutti dobbiamo cercare con i fatti e non con le parole di avere le carte in regola» per pensare al contratto con Liberty Media. E, ancor prima, al futuro di Monza.
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