Il signore in rosso è Fabio Aru, che ieri nel tappone più massacrante di questa Vuelta lascia vincere il suo compagno di squadra Mikel Landa e gli si piazza alle spalle felice di poter balzare al comando della classifica generale.
Il signore in rosso è un ragazzo che sta studiando per diventare grande e rappresenta a tutti gli effetti la meglio gioventù di casa nostra. Il ragazzo di Villacidro in questi tre anni di professionismo ha già fatto vedere cose di assoluto valore, soprattutto nei grandi giri, suo naturale terreno di caccia. A maggio ha lottato come un leone al Giro d'Italia e nonostante una terribile forma gastrointestinale, ha portato a termine la corsa rosa al secondo posto, alle spalle di sua maestà Alberto Contador. Un anno fa, sempre sulle strade del Giro, è salito sul podio conquistando il terzo posto. E già che c'era ha anche corso per la prima volta la Vuelta, che ha terminato al quinto posto, portandosi a casa però due bellissime vittorie di tappa. Adesso è lì, davanti a tutti, con la sua bella maglietta rossa, al comando di questo Giro di Spagna che sta entrando nella fase calda.
«Sono felice, ma non mi faccio illusioni, siamo solo a metà dell'opera»", dice a caldo il corridore sardo, dopo aver messo dietro tutti i big nella tappa a cinque stelle, quella di ieri, con sei gran premi della montagna e la bellezza di quasi 5 mila metri di dislivello. Tappa da gladiatori, che non tradisce le attese e regala emozioni a non finire. In pratica succede di tutto: crisi, cadute, bestemmie e moto - ancora loro - che mandano all'ospedale corridori. Ma andiamo con ordine.
Subito in apertura, ai piedi della prima salita di giornata, Chris Froome, il grande dominatore del Tour, capisce subito che non è giornata: cade, insegue e perde le staffe con la moto Tv che lo segue troppo da vicino, tanto che il britannico si lascia andare ad una bestemmia in mondovisione in perfetto italiano. Sul primo colle a scandire il passo gli Astana, mentre in avanti si forma un gruppo forte di 19 corridori tra i quali l'italiano Montaguti e quel Landa, compagno di Aru e grande protagonista anche al Giro, che alla fine andrà a vincere la tappa.
La seconda e la terza salita vengono affrontate con gli Sky di Froome in prima fila a scandire un passo regolare. E il vantaggio dei battistrada sale fino a 5'30". Le cose però non stanno bene al nostro Aru che all'imbocco del Coll de la Gallina, la salita più difficile di giornata, decide di cambiare strategia: chiama Dario Cataldo e lo invita a tirare con maggiore determinazione e continuità per fare un po' di selezione. Il primo a saltare per aria è proprio Froome che, a causa anche della caduta, alza bandiera bianca e sprofonda in una crisi senza fine (arriverà a 8'41" dal vincitore).
Mentre davanti il gruppetto dei battistrada si assottiglia sempre di più, nella discesa del Coll de la Gallina attaccano Valverde e Rodriguez con alcuni compagni di squadra. Aru è sorpreso, resta per un attimo indietro, ma con grande tranquillità rientra sugli attaccanti.
Il finale è tutto a tinte azzurro Astana.
Landa vola solitario verso il traguardo, mentre dietro, sull'ascesa finale, Aru scatta e stacca Rodriguez e Dani Moreno, gli ultimi due a resistergli.«Sono orgoglioso di questa maglia, ma ora devo solo pensare a portarla fino a Madrid», dice il ragazzo di Villacidro.
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