Aspettando il governo la serie A "gioca" alla guerra dei diritti tv

Adl e Lotito senza sconti a Sky e Dazn, Marotta e Agnelli per trattare. E Cellino ora vuole giocare

Aspettando il governo la serie A "gioca" alla guerra dei diritti tv

La clamorosa conversione di Massimo Cellino, presidente del Brescia, un tempo capofila con Cairo degli ultrà del partito chiudiamola qui, ha un intreccio evidente con la lettera di Sky. Recapitata nella tarda serata di venerdì, ha avuto il merito di rendere ufficiale la strategia della pay tv. Non vogliono pagare la sesta e ultima rata del contratto alla Lega di serie A che si è preparata convocando un'assemblea straordinaria per mercoledì prossimo.

Sky doveva versare 130 milioni di euro, il resto della cifra complessiva (233 milioni) deve arrivare da Dazn e Img che si occupa dei diritti internazionali. Non pagheranno, allora. E non è una novità. Così come non è una novità la proposta aggiunta alla comunicazione: sediamoci intorno a un tavolo per trattare. Due le cifre formulate in privato ai presidenti dei club: dovete farci uno sconto di 120 milioni nel caso il campionato riprendesse, di 260 milioni nel caso di stop definitivo.

La stragrande maggioranza dei club di serie A hanno già emesso fattura per la loro parte e hanno chiesto alle banche di anticipare la cifra per fare cassa in mancanza del botteghino. Rientrando da Cagliari a Brescia, Cellino ieri ha fatto una retromarcia incredibile. «Ho cambiato idea, dobbiamo riprendere a giocare altrimenti falliscono tutti. Io resto al Rigamonti, nessun campo neutro» il suo doppio siluro.

La Lega di serie A con il presidente Dal Pino in testa ha già preparato la sua risposta appuntita. Ha chiesto allo studio del professor Alpa (lo stesso da cui proviene il premier Giuseppe Conte) un parere sulla richiesta di sconto di Sky e la risposta è stata molto confortante. Il contratto - ecco il giudizio del noto professore - è scritto benissimo: col campionato che si conclude non c'è alcuna possibilità di ottenere uno sconto che invece è stato concordato (con la mediazione del governo) con la Bundesliga. Diverso lo scenario nel caso di stop definitivo: allora davvero le conseguenze sarebbero tragiche per l'intero calcio italiano come ha documentato lo studio Deloitte fissando in 720 milioni le perdite eventuali. Dal Pino deve mediare tra le due anime della sua Lega, divisa ancora una volta da opposte visioni. C'è un gruppo di società (guidate da Agnelli della Juve e Marotta dell'Inter) che spingono per il negoziato con Sky chiedendo in cambio il prolungamento di un anno del contratto esistente (con modifica della legge Melandri). Sul fronte opposto sono schierati i duri e puri, con in testa Lotito della Lazio e De Laurentiis del Napoli, contrari a ogni trattativa e a rispondere con azione civile.

Il quadro economico complessivo è ancora più complicato a causa della mancata rinuncia dei calciatori in materia di stipendi riferiti ai mesi di marzo e aprile. Qualche club in forte crisi finanziaria addirittura, non ha pagato nessuno stipendio del 2020, figuriamoci se può prendere in esame la rinuncia all'ultima rata del contratto tv.

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