Le leggende non vanno mai in soffitta. Tra quelle raccontate da questa olimpiade si infila l'eterna bravura di Felix Sanchez, il dominicano dei 400 ostacoli che ancora una volta ha fatto lezione a tutti. E la gente dell'Olympic Stadium ha levato un boato d'affetto per quel «ragazzo» dalla faccia imperturbabile che sul podio si è sciolta nel pianto come un bambino. Trentaquattro anni e sembra un ragazzino, forse merito del fatto che si alza ogni mattina alle cinque da almeno venti anni. Felix Sanchez è il nuovo re dei 400 ostacoli esattamente come lo è stato ad Atene otto anni fa. Sembra passato un secolo, la sensazione che la pensione fosse dietro l'angolo ed invece lui, imperterrito, ha continuato a perdere e vincere sulle piste di tutto il mondo. Ogni tanto frenato da muscoli di una seta troppo delicata. Quella vittoria ai giochi di Atene poteva essere la glorificazione di un quadriennio da re: due volte campione del mondo (2001-2003), imbattuto in 43 gare di fila dal 2001 al 2004. Un Edwin Moses delle isole felici. Estrazione studentesca californiana, ha studiato psicologia alla Southern California, si allena a Los Angeles, quella banda bianca sulla fronte è sempre stata il suo simbolo guerriero. Nel suo curriculum ci sono sei finali mondiali, niente facile in un mondo degli ostacoli dove conta la grande tecnica oltre alla resistenza.
Ieri sera lo stadio olimpico aspettava l'idolo di casa David Greene, si è gustato lo spalla a spalla fra il portoricano Javier Culson (3°) e l'americano Tinsley (2°). Poi come da una nuvola del tempo si è fatto avanti il vecchio Felix. Gattone insondabile con quello sguardo eternamente duro, ha ricordato al mondo che la classe, la pazienza, il piacere di essere atleta regalano oro.
Da un vecchio marpione al ragazzo prodigio. I 400 metri hanno un nuovo padrone. Kirani James domina il giro di pista scendendo per la prima volta sotto il muro dei 44 secondi: 4394 il tempo che vale oro. È la nona prestazione di sempre, firmata da un'atleta che compirà venti anni solamente il prossimo primo settembre. Così il talento di Grenada, già campione del mondo a Daegu nel 2011, è destinato ad aprire un ciclo nella specialità. Un predestinato James, che dopo la semifinale aveva voluto scambiare la pettorina con Oscar Pistorius. I 400 dei Giochi di Londra sembravano dover passare alla storia più che altro per la prima Olimpiade dell'atleta sudafricano e per una finale senza americani al via. Invece saranno ricordati anche per la consacrazione di un nuovo campione che regala la prima medaglia olimpica a Grenada. E nel paese caraibico chissà cosa si inventeranno per questo ragazzo, già scelto come portabandiera per la cerimonia inaugurale, al quale l'anno scorso decisero di intitolare una strada per celebrare il titolo iridato.
Per due re al trono ecco una regina che perde lo scettro. Elena Isinbayeva non concede il tris dopo i trionfi di Atene e Pechino.
Solo di bronzo la russa nella finale dell'asta, battuta dalla statunitense Jennifer Suhr oro con la misura di 4,75 metri. Argento alla cubana Yarisley Silva. Delusione per la Isinbayeva, detentrice del record del mondo con 5,06 metri, che si è fermata a 4,70, a un passo dalla leggenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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