Roma. L'arrivo in Italia di Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale, coincide con un momento difficile per lo sport italiano. Non certo sul piano dei risultati, vedi la vittoria azzurra ai Mondiali di pallavolo maschile e i tre ori iridati nella ritmica della Raffaeli, ma su quello organizzativo visto che la crisi energetica rischia di far chiudere molte società e il progetto di Milano-Cortina 2026 stenta a decollare. Tanto che Federica Pellegrini, nel suo nuovo ruolo di membro Cio, lancia un appello al nuovo governo in arrivo: «Tenga in considerazione lo sport, abbiamo visto quanto può essere trascinante per il paese».
Ma il feeling tra Bach e l'Italia è sempre più forte: il numero uno dello sport mondiale è sì preoccupato come il presidente del Coni Malagò dei ritardi dei nostri Giochi invernali (vedi la nomina dell'ad che arriverà a ottobre e salvo sorprese sarà Andrea Abodi) ma mentre riceve il Collare d'Oro per meriti sportivi si dice fiducioso sul fatto che «celebreremo Giochi eccellenti, ci sono sfide da affrontare, dalla sostenibilità alla crisi economica, non dobbiamo però preoccuparci perché contiamo sull'efficienza e le capacità dei nostri amici italiani». E non sono mancati i complimenti per le 40 medaglie di Tokyo: «Avete giocato un ruolo importante, migliorando Rio, dovete esserne orgogliosi».
La sua quattro giorni romana prevedeva un'agenda fitta: il breve incontro con il premier Draghi, i due premi prestigiosi (oltre al Collare che non aveva potuto ritirare a dicembre, il Flambeur d'Or del Panathlon International), la visita agli atleti ucraini al Centro Onesti - e l'abbraccio affettuoso con la plurimedagliata ai Giochi Olga Kharlan -, infine il weekend a Pratoni del Vivaro per i Mondiali di equitazione. A Roma tornerà il 29 e 30 settembre per la visita al Papa, in questi giorni in Kazakistan.
Un divertente scambio con l'ex rivale in pedana per la medaglia olimpica di scherma, Carlo Montano. Poi tante palle spedite in tribuna sui quesiti di attualità. Capitolo atleti russi e bielorussi: «È un argomento del quale stiamo discutendo con i comitati olimpici nazionali, le federazioni internazionali, i membri Cio e la comunità degli altri atleti, non possiamo citare degli step concreti o una deadline. Il Cio ha una missione umanitaria non politica».
Capitolo negazione dei diritti ai mondiali in Qatar: «Sappiamo che la Fifa sta avendo contatti, discussioni, negoziazioni e anche alcuni risultati su questo tema ma né la Fifa né il Cio possono cambiare le leggi o il sistema politico di un Paese».
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