«Per favore, dateci un po' di tempo in più». La supplica di Thomas Bach, presidente del Cio, arriva davanti a 400 giornalisti collegati in videoconferenza. Attraverso lo schermo transitano tutti i rebus di una decisione epocale legata al rinvio dei Giochi Olimpici, il primo in assoluto nell'era moderna da Atene 1896. Disdette, contratti da risolvere, penali da pagare, interessi da soddisfare e soprattutto una nuova data da infilare nel calendario. Bach ha ammesso: «Ci sono centinaia di domande a cui rispondere, con l'aiuto di tutti troveremo la sistemazione più adatta per disputarle. Ma il ventaglio di soluzioni non è ristretto alla finestra estiva, molto dipenderà anche dalle prossime indicazioni dell'Oms sul virus. Spostare un'Olimpiade vuol dire distruggere un grande puzzle, ora è tutto da rifare».
Il numero uno del Cio, ex schermidore e oro olimpico a Montreal 76, si è ritrovato in pochi giorni a gestire un cambio repentino degli eventi, passando da una «decisione da prendere entro quattro settimane» al rinvio immediato al 2021, con il forcing asfissiante del governo giapponese e dei comitati olimpici nazionali. E adesso ci sono conseguenze a catena da gestire: «Serviranno sacrifici e compromessi da parte di tutti, a partire dagli atleti. A loro mando un segnale d'incoraggiamento, per mantenere fiducia e impegno nel percorso di avvicinamento. Il Cio farà del suo meglio, la speciale task force ribattezzata Here We Go è già all'opera per gestire tutte le criticità. Il villaggio olimpico? Non so ancora cosa succederà, faremo il possibile per salvarlo perché è lì dentro che batte il cuore delle Olimpiadi».
Gli appartamenti sono già stati acquistati dai privati e anche il loro destino contribuirà a far lievitare i costi dell'evento per una ulteriore cifra vicina ai 6 miliardi di dollari. Con almeno la metà destinata a gravare sulle spalle dei contribuenti nipponici, come annunciato dal quotidiano finanziario Nikkei, che ha ventilato una pesantissima recessione per un'economia già debilitata dagli effetti del Coronavirus.
Per i mancati introiti e lo slittamento di tanti altri eventi, la mannaia è pronta ad abbattersi anche su tutte le 28 federazioni internazionali riconosciute dal Cio, con i rischi che si concentrano soprattutto su quelle più piccole, non in grado di autosostenersi. Nel breve termine bisognerà risolvere anche il destino delle qualificazioni, visto che prima del rinvio solo il 47% degli 11mila atleti previsti aveva già ottenuto il pass per il Giappone, con tanti eventi annullati o addirittura interrotti in corso d'opera.
Per il Cio saranno mesi di enigmi da risolvere, ma ce n'è un altro ancora e riguarda la permanenza in carica dello stesso Bach visto che il mandato presidenziale scade nella primavera del 2021. E se l'Olimpiade si tenesse l'estate prossima? Serve tempo, forse più di una preghiera.
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