Questa volta ha meno colpe di quante gliene vogliono appioppare. Ma la fama del bad boy è una bella rogna in giro per l'Europa, il mondo, soprattutto sui campi di calcio. Il falletto che ha convinto l'arbitro ad espellere Mario Balotelli, nella partita contro la Repubblica Ceca, poteva essere considerato preoccupante nel calcio femminile. E forse nemmeno. Quello maschile si compone di contrasti ed interventi anche più solidi e robusti. C'è fallo e fallo, e non sempre un intervento deve essere punito con l'ammonizione. Gli arbitri, e i commentatori moderni, faticano a distinguere mostrando discreta inconsapevolezza. Comunque Balotelli è stato punito con il rosso, e si è perso in un ignobile show tra calci e pugni alle pareti del tunnell prima di scomparire negli spogliatoi. Vabbè il senso di ingiustizia, ma non esageriamo con le sceneggiate, che pur sono di casa nel calcio.
Di più, nella notte si è scatenato su twitter, dimostrando un atteggiamento immaturo. Qui sta il problema. Balotelli è immaturo, troppo cassanesco, ci sono momenti in cui la luce si spegne, il cervello va in tilt e rovina il buono e il bello che gli capita di fare. «Scrivete pure quello che volete, ma alla Confederations Cup tifate per un'altra nazione, ve lo dico con il cuore. E rivedete la partita bene, tutta», ha scritto, dimenticando che non si può dire tutto quanto passa per la testa, soprattutto se si gioca per la nazionale. La mania dei tweet sta diventando un altro aspetto da curare e regolare, in nazionale e nelle squadre di calcio. Gli atleti, non solo i calciatori, usano e talvolta abusano. La libertà di scrivere è bella, ma bisogna saperla usare. «Nei prossimi giorni avremo modo di parlare anche di questo», ha spiegato Cesare Prandelli che si è accorto del pericolo. Qui se esagerano sono guai.
Per fortuna la notte porta consiglio: Balotelli si è svegliato con testa fredda e idee più lucide. Ed ha cercato di restituire un miglior assetto alla sua credibilità. Ed ecco il tweet dell'altro Balotelli, quello che piace perfino agli americani. «Buon giorno.. Ieri la mia reazione non è stata giusta, chiedo scusa..Scusa..Alla mia squadra...Devo imparare...Ancora...».
Naturalmente qualcuno gli avrà allungato un consiglio e Prandelli ha potuto difendere ancora il suo giocatore che, sennò, sarebbe incorso nei lacci e lacciuoli dello stravagante codice etico varato dal ct. «Sinceramente, mi piace di più il secondo messaggio di Mario...». Ed ha soggiunto a far intendere che i consigli erano arrivati all'orecchio dell'interessato. «Lo deve capire: come tutti i grandi sarà sempre oggetto di provocazioni. Se supera anche quella prova dà una mazzata all'avversario, altrimenti è destinato ad essere sempre provocato».
Si, ogni tanto Supermario provoca anche il buon gusto e la sopportazione altrui.
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