Il Brescia "licenzia" Balotelli per giusta causa

Finisce nel peggiore dei modi tra SuperMario e la società di Massimo Cellino dopo settimane di tensione

Il Brescia "licenzia" Balotelli per giusta causa

L'avventura di Mario Balotelli al Brescia è finita. Mancano solo comunicazioni ufficiali, ma il rapporto tra le due parti, già ai minimi termini da giorni, finisce nel peggiore dei modi: Massimo Cellino ha dato mandato al suo legale di far partire il ricorso, per la risoluzione per giusta causa destinato al centravanti bresciano.

Un divorzio nell'aria da tempo. Anche in questa settimana, Mario aveva saltato diverse sedute, difendendosi dietro un certificato medico in cui si faceva riferimento a problemi gastrointestinali, che però il Brescia non ha mai confermato di aver ricevuto. Dopo l'ultima assenza, nella giornata di ieri, il presidente Massimo Cellino ha dato mandato ai suoi collaboratori di iniziare le pratiche per la rescissione contrattuale. Balotelli lascerà da subito il Brescia e non sarà presente al nuovo via del campionato. Si chiude così mestamente questa avventura, dopo i buoni propositi e i proclami estivi. Il campo, da parte sua parla di 5 gol fatti in campionato su 19 presenze, tutti arrivati sotto la gestione di Eugenio Corini, di sicuro l'unico capace di domare le intemperanze del calciatore.

Le tappe della separazione

Le prime bizze arrivano nel mese di novembre con l'allontanamento dagli allenamenti ad opera del neo allenatore Fabio Grosso, con cui SuperMario non troverà mai il giusto feeling. Un episodio a dire il vero isolato, ma che scuote l'ambiente, prima di allora compatto nella difesa del calciatore, dopo i fatti di Verona. Prima dello stop per il Coronavirus, Mario ne combina una delle sue a metà gennaio, durante Brescia-Cagliari: sette minuti in campo, un paio di insulti all'arbitro, l'espulsione diretta (con due turni di stop), dopo di cui arriva un violento battibecco sui social con gli stessi tifosi bresciani.

Poi, la pandemia e il campionato fermato subito dopo Juventus-Inter, match scudetto vinto dai bianconeri. "Prima di fermare il campionato dovevano riportare la Juve in vetta", fu uno dei commenti di Balotelli, dal quale il Brescia prese subito le distanze. Ma è durante il lockdown che il rapporto tra giocatore e società si consuma inevitabilmente. A marzo è una possibile chat in diretta con il porno-attore Rocco Siffredi a fare infuriare la società."Questo ragazzo mi mette in imbarazzo" saranno le parole del presidente Cellino al clamore suscitato dalla notizia. Poi, il ritorno agli allenamenti, prima singoli e poi di gruppo. Il Brescia si accoda ai club che aprono il Centro sportivo, ma Balotelli non si presenta subito.

Siamo alla fine di maggio, il giocatore fa capolino a Torbole ad intermittenza, ma lo strappo è ormai cosa fatta. Il presidente Cellino è senza freni: "Il ragazzo non è più con la testa a Brescia", "non gli interessa stare qui perché se retrocediamo, sarà libero da ogni vincolo". Fino all'ultimo sfogo via social di Balotelli: "Quando sarà il momento racconterò tutto!". Il resto è cronaca delle ultissime ore con la società bresciana che si è mossa per trovare la risoluzione anticipata del contratto, una mossa che mette una pietra tombale sull'ennesima esperienza fallimentare della carriera di SuperMario.

Cosa succede ora

Tecnicamente la lettera che Cellino ha inviato a Balotelli dovrebbe essere la richiesta di risoluzione del contratto per giusta causa contenente l’inadempimento contestato. A differenza di un lavoratore ordinario che può impugnare la lettera di licenziamento e contestarla davanti al giudice del lavoro, il procedimento per un calciatore è diverso. Il ricorso per la risoluzione del contratto deve essere inviata al Collegio arbitrale, che una volta riunito poi si dovrà pronunciare.

Ci vuole tempo insomma, non sarà una questione di giorni. Ma l'idillio con il Brescia e con la Serie A è già finito da tempo. Probabilmente il tramonto definitivo di ogni speranza di riscatto per uno dei più grandi talenti inespressi del calcio italiano.

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