- nostro inviato a Parigi -
Gli altri fanno paura. I nostri non hanno paura. E Nadia meno di tutti. I cazzotti nel finale tra la fuoriclasse kenyana e campione uscente Kipyegon e l'etiope Tsegay hanno trasformato il quarto già meraviglioso posto di Nadia con record italiano, 14.31.64, in un bronzo atteso quasi trenta anni, da quello di Roberta Brunet ad Atlanta 1996. Era finita con la doppietta kenyana guidata dalla Chebet (14.28.56) davanti proprio alla Kipyegon (14.29.60) e all'olandese Hassan (14.30.61) e si è conclusa con la seconda kenyana mandata in punizione, niente tempo, prego Nadia accomodati sul podio, è tua la festa. «Aspettiamo, aspettiamo» dice con saggezza e stanchezza la Battocletti, «io continuo a pensare solo di aver fatto un gran bella gara, che il quarto posto sia bello, felice del record italiano e di essermi divertita. Quando le ho viste partire ho pensato oh oh ci siamo, ma sono riuscita a star loro vicina... Io europea dietro alle africane più forti? Da piccola le vedevo, dominavano, spero dia tanta forza e aiuti tutti a credere sempre in se stessi».
E Nadia, con quelle gazzelle che parevano imprendibili, Nadia ci è stata dall'inizio alla fine, senza mai perderle di vista. Mai in coda, sempre nelle zone alte, e poi quando si è spezzato il gruppo, subito in quello davanti: il recupero da settima a quarta nell'ultimo giro è qualcosa che avrebbe emozionato senza podio, figuriamoci adesso. Se questa decisione dovesse essere confermata, se davvero sarà la prima medaglia dell'atletica qui a Parigi, riprende Nadia ancora incredula, «sarò felicissima perché significa moltissimo, per me, certo, ma soprattutto per tutta la gente che si sta avvicinando all'atletica, penso ai bambini che vedo correre nei parchi».
Mentre Duplantis, dopo aver ipotecato l'oro, inizia a intrattenere i 70mila dello Stade de France cercando di ritoccare il suo record mondiale di un centimetro, a quota 6,25, e ci riesce, argento all'americano Kendricks (5.95), mentre Valery Borzov premia Noah Lyles per il trionfo di domenica sera nei 100, la nostra atletica sogna e tira un sospiro di sollievo per l'arrivo di Gimbo Tamberi al villaggio. E se Nadia, salvo sorprese dei giudici e appelli e contro appelli, davvero potrà festeggiare questo bronzo, c'è invece da trepidare per i ragazzi dei 200 Filippo Tortu e Faustino Desalu qualificati direttamente alla semifinale di domani, con il terzo e il secondo crono: 20.29 per il sardo-brianzolo, un centesimo meglio del canadese Brendon Rodney, e 20.26 per il cremonese dietro al liberiano Fahnbulleh. Entrambi perfettibili, ed entrambi comunque soddisfatti. «Ho raggiunto il primo obiettivo, ovvero arrivare nei primi tre, per cui sono soddisfatto. Non lo sono però a livello cronometrico.
Ma per entrare in finale credo servirà correre sotto i 20 secondi» spiega Filippo. Gli fa eco Faustino: «Sono venuto qui dopo aver migliorato il mio personale. Ho fiducia». Basta guardare Nadia per averla. Che sia bronzo, che sia legno.
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