La beata gioventù che fa saltare i tatticismi

Un duello rusticano fatto di gambe, testa e cuore contrappone Egan Bernal, la maglia rosa colombiana e questo bimbo 21enne di nome Remco Evenepoel

La beata gioventù che fa saltare i tatticismi

Ho sperato fino all’ultimo in Elia Viviani, che era stato bravo a restare lì, nel gruppo dei migliori, forte di pochi velocisti. Ho sperato fino alla fine, anche se poi davanti al lavoro svolto dai ragazzi della Bora, rifinito da un autentico fuoriclasse come Peter Sagan, non ho potuto fare altro che applaudire. Ci voleva, se la meritava, al termine di una tappa che poteva sembrare banale, scontata e invece ancora una volta si è rivelata bellissima. Bellissima perché questa generazione di fenomeni non si risparmia mai. Ci sarebbe da dire: ma dove andate? Manca ancora metà Giro e con tutte le montagne più ardite che ancora vi aspettano, voi vi spolmonate per tre secondi tre. Eppure, questo duello rusticano fatto di gambe, testa e cuore e che contrappone Egan Bernal, la maglia rosa colombiana e questo bimbo 21enne di nome Remco Evenepoel che veste la maglia bianca di miglior giovane, è semplicemente straordinario.

Forse a livello tattico è anche fin troppo discutibile, ma per noi che ci nutriamo di corse e di ciclismo è bellissimo. Osano, ci provano a viso aperto senza tanti minuetti. È un peccato di gioventù? Probabilissimo. Ma beata gioventù!

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