"Bello vincere in due". Gisin e Maze il podio mai visto

La svizzera: "Un onore dividerlo con una grandissima". Tina: "Sono venuta a Sochi proprio per questa medaglia"

Dominique Gisin e Tina Maze sul podio
Dominique Gisin e Tina Maze sul podio

Sochi - Fra tante frasi belle sentite o lette dopo lo storico pari merito nella discesa olimpica delle donne do l'oscar a quella di una delle due grandi assenti, Tina Weirather: «Dovrebbe succedere più spesso di poter festeggiare due vincitrici!». L'altra grande, anzi grandissima assente, Lindsey Vonn, racconta invece di una giornata "off", a luce spenta, morale a terra, costretta a cedere il suo titolo commentando la gara davanti a uno schermo, fra una seduta di riabilitazione e l'altra. Tina Maze e Dominique Gisin intanto si tengono per mano sul podio, si fanno i complimenti a vicenda e ridono, piangono, parlano, ringraziano. Appena più in là, Lara Gut, medaglia di bronzo, sfoggia un muso lungo così. Ha perso la gara per 10/100, ha un'altra svizzera davanti e non fa nulla per nascondere la sua rabbia, salvo poi scusarsi.

L'esatto contrario della Gisin, che in carriera avrà anche vinto molto meno di lei, ma almeno quando scende non ha nessuno che le tifa contro perché è simpatica, solare, leale, gentile, insomma amata da tutte e tutti. E' lei l'atleta che nel viaggio di ritorno dal Canada a dicembre cedette il posto in business class all'azzurra Sofia Goggia che si era infortunata e non aveva trovato un posto libero nemmeno a pagarlo oro. In questa settimana Dominique ha vinto due volte, prima per qualificarsi nel quartetto svizzero e poi, ieri, azzeccando la discesa perfetta nel giorno giusto. Non le spiace per nulla dividere la vittoria con Tina Maze, «è anzi un onore visto che lei è una delle più forti di sempre» ed è curioso ricordare che il primo trionfo in coppa del mondo fu per entrambe con un pari merito. Dominique colse la prima di tre vittorie nel gennaio 2009 assieme ad un'altra grandissima, Anja Paerson, mentre Tina divise il primo posto in un gigante nel lontano 2002 addirittura in un trio con Nicole Hosp e Andrine Flemmen. «Sono contenta di dividere la mia gioia con lei che come me ha avuto un inizio di stagione molto difficile» racconta una Tina felice ed espansiva come poche altre volte. Ed ecco Dominique: «Mentre lei scendeva ho sofferto, era davanti a tutti gli intermedi, quando sul tabellone ho visto 000 e il mio nome ancora vicino al numero 1 ho provato un'emozione difficile da descrivere. Questione anche di fortuna, oggi era con me, ma in passato spesso mi ha girato le spalle...».

Come a Whistler Mountain, nella discesa olimpica di quattro anni fa, quando cadde rovinosamente sul traguardo picchiando la testa (grave commozione cerebrale) e come tante altre volte in cui finì all'ospedale con le ginocchia scassate. Tutto dimenticato. «Oggi mi sembra di vivere un sogno inimmaginabile». «Io invece da questi Giochi volevo una medaglia d'oro, se m'avessero chiesto in quale gara, avrei risposto la discesa.

Ora ce l'ho fatta e sono senza parole, pensando che la discesa è la gara che nel 2008 mi ha fatto uscire da una crisi che stava portandomi al ritiro: vincendo a St. Moritz con il numero 47, capii che lo sci poteva ancora darmi tanto». Ad esempio il primo oro olimpico dello sci sloveno, da festeggiare in due.

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