Karim Benzema torna a fare discutere per le sue prese di posizione "politiche" al di fuori e intorno al campo di calcio. Il campione francese di origini algerine è al centro della bufera per essersi platealmente rifiutato di cantare la Marsigliese.
L'attaccante del Real Madrid e della nazionale transalpina ha spiegato di non avere alcuna intenzione di cantare l'inno perché sarebbe un "canto di guerra". Vero, indubbiamente: l'origine del brano risale ai tempi della rivoluzione del 1789, quando fu diffusa in tutto l'Esagono dai volontari arruolatisi a Marsiglia.
In un'intervista a Vanity Fair, Benzema ha spiegato come e perché ha deciso di rimanere in silenzio ogni volta che le note dell'inno francese risuonano allo stadio prima dell'inizio delle partite dei bleus.
"Perché non canto l’inno? Se si fa attenzione al testo - ha spiegato l’attaccante del Real Madrid - c’è un chiaro riferimento alla guerra. Gioco qui per motivi sportivi, ma il mio Paese è l’Algeria. Ho trent’anni, due figli e se vogliono sanno dove trovarmi". Va detto che il calciatore non gioca più nella nazionale maggiore dal 2015, quando venne coinvolto in uno scandalo a luci rosse.
Proprio in quell'anno fu al centro di un'altra polemica per aver sputato in terra dopo la Marsigliese in un'occasione molto particolare: quando l'inno venne eseguito prima di Barcellona-Real Madrid, pochi giorni dopo i tragici attentati del Bataclan. Un gesto che molti giudicarono irriguardoso nei confronti della memoria delle vittime e del Paese colpito così brutalmente dal terrorismo. Anni dopo, Benzema sembra non avere ancora superato quell'irriducibile antipatia.
Una piccola curiosità, che forse andrebbe ricordata al Benzema amante dei canti di
pace: anche l'inno dell'Algeria, la Qassaman, è zeppa di riferimenti alla guerra. L'attaccante rifiuterà di cantare anche quello?
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